Nella Toscana meno esplorata: i vini e la cultura antica si incontrano nelle Terre di Pisa
Nuova tappa del tour enogastronomico, in un territorio ancora poco battuto e perciò ancora integro dal punto di vista ambientale. Che sprigiona sapori e profumi

Chi ha passione per il vino ama la ricerca e, di conseguenza, la scoperta. Per scoprire qualcosa di “nuovo”, però, la scelta più oculata è quella di muoversi fuori dai consueti radar enoici, orientandosi verso territori meno noti ma non per questo meno interessanti o vocati. In una regione come la Toscana questo è ancor più complesso, data la notorietà di gran parte degli areali della regione. Eppure, è proprio in Toscana che ho avuto modo di provare più spesso quell'appagante sensazione di stupore che solo il trovarsi di fronte a qualcosa di ancora parzialmente inesplorato può e sa dare.

Una fortissima identità
Una delle terre che mi ha sorpreso di più negli ultimi anni è, senza dubbio, quella della giovanissima Doc Terre di Pisa. Nonostante si tratti di una terra antica, in cui la viticoltura è radicata sin dalla notte dei tempi, la Doc Terre di Pisa nasce solo 10 anni fa, nel 2011. Un territorio che vede il suo fulcro in una delle città più conosciute al mondo: Pisa. E' proprio intorno alla città della torre pendente che si sviluppa un paesaggio caratterizzato dalle tipiche dolci colline toscane, da antichi borghi medievali, da parchi e riserve naturali fino ad arrivare alla costa. Una zona in cui arte, storia ed enogastronomia hanno radici profonde e si intersecano tra loro in maniera fortemente identitaria.
Per ogni paese, un insieme di sapori
Un territorio ancora non troppo battuto dai turisti e, perciò, più integro delle più gettonate mete toscane. In particolare, l'enoturismo e, più in generale, il turismo enogastronomico possono rappresentare il futuro per questo areale che fa delle sue eccellenze nel piatto e nel bicchiere il proprio cuore pulsante. Per quanto concerne l'aspetto prettamente enoico, nel 2018 è stato costituito il Consorzio Vini Terre di Pisa con lo scopo di tutelare e promuovere l’omonima denominazione e fungere da catalizzatore per la valorizzazione della produzione vitivinicola pisana di qualità. Io stesso, negli ultimi anni ho avuto modo di approfondire i vari comuni in cui questa variegata denominazione ricade: Fauglia, Crespina, Lari, Chianni, Capannoli, Palaia, Peccioli, Terricciola, Casciana Terme, Ponsacco, Pontedera, Montopoli V.A., Lajatico, San Miniato Orciano Pisano, Lorenzana e Santa Luce.
Una variabilità in termini pedoclimatici che può che può portare a produrre vini di forte personalità in base alle caratteristiche vocazionali delle singole ideali sottozone:
- San Miniato - Valdera - Monti Pisani;
- Colline Pisane;
- Volterra - Alta Val di Cecina;
- Costa - Riparbella - Montescudaio.

Il Sangiovese e i suoi parenti stretti
Avremo così sottozone in cui saranno gli autoctoni a recitare il ruolo da protagonisti con un Sangiovese (e i suoi parenti stretti come il Ciliegiolo e il Sanforte) sugli scudi per connubio fra struttura, freschezza, fittezza di tannino e componente sapido-minerale nelle zone di Terricciola, San Miniato e Palaia ad esempio; gli internazionali in purezza o a supporto degli autoctoni si esprimeranno meglio nella zona costiera; il Volterranno, invece, è un territorio ancora tutto da scoprire in termini di potenzialità, ma ciò che poche piccole aziende locali stanno facendo fa già ben sperare.
I bianchi e i rosé da non perdere
Nonostante si tratti di un areale a tendenza calda, i microclimi di alcune particelle e la ricchezza di biodiversità in contesti in cui altitudine e presenza di protezione boschiva favoriscono forti escursioni termiche, unitamente alla alla grande presenza di calcare attivo nei sottosuoli, permettono la produzione di vini bianchi davvero interessanti capaci di buona struttura, senza lesinare, però, slancio e mineralità. Inoltre, se dovessi pensare ad un territorio da "rosato" in Toscana, nelle Terre di Pisa mi sentirei di scommettere nella zona delle Colline Pisane.

Lo stupore corre di vigna in vigna
Continuo a sostenere che il Sangiovese, se ben terpretato e rispettato, possa e sappia essere il filo rosso in termini di qualità e di identità delle Terre di Pisa, permettendo attraverso un unico vitigno di incontrare nel calice le sfumature identitarie di ogni singola realtà. Più in generale, mi sento di dire che il livello raggiunto dai vini prodotti nelle varie sottozone dell'areale delle Terre di Pisa è in costante crescita e questa duttilità diffusa nell'interpretazione varietale e territoriale rende questa parte di Toscana un luogo ideale in cui continuare a cercare, scoprire e stupirsi di vigna in vigna, di cantina in cantina... di vino in vino. Una meta da segnare in agenda per i vostri prossimi viaggi.