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Grand tour enogastronomico d'Italia: parte 1. Se le attività attorno al vino sostituiscono Google Maps

Gli assaggi e le degustazioni. Regione per regione, città per città. Come punto di partenza per riscoprire il Belpaese. Cominciamo

Tiziano Gaiadi Tiziano Gaia   
La vigna è l'epicentro di moltissime cose da scoprire nel territorio attorno (Foto dal sito delle Tenute Felluga)
La vigna è l'epicentro di moltissime cose da scoprire nel territorio attorno (Foto dal sito delle Tenute Felluga)

Ora ne siamo certi, sarà un’altra estate “al tempo del Covid-19”. E siamo di nuovo qui a domandarci dove si potrà andare, cosa si potrà fare. Fortuna che siamo in Italia, non è una magra consolazione. Se dobbiamo rispolverare la “civiltà dei cortili”, come già suggerivo un anno fa, se dobbiamo accontentarci di un “turismo di prossimità”, un concetto che speravamo temporaneo e superato, almeno il fatto di vivere in un paese come il nostro, coi suoi paesaggi forti e variegati, l’infinità di opzioni esperienziali a disposizione, le centinaia di bandiere arancioni, golette verdi, siti Unesco,  rappresenta una consolazione non da poco. Poi c’è Vigna d’Italia, che ha una marcia in più: l’insieme di vigneti che tappezzano il Bel Paese da nord a sud, incastonati in ambienti naturali spesso di drammatica bellezza, costituisce un viaggio a sé, enogastronomico e sensoriale, certo, ma anche culturale e storico. E umano, soprattutto umano.

Le attività da non perdere

Nelle cantine d’Italia (non tutte, ma ormai sono migliaia) oggi si può non solo assaggiare e acquistare il vino, ma vivere l’emozione dell’accoglienza e del coinvolgimento in attività outdoor di vario genere. Oltre 15 milioni di turisti varcano annualmente la porta di una cantina, il triplo di quanti visitano il Colosseo. La maggior parte non si limita alla toccata e fuga, ma trascorre almeno una notte a ridosso dei vigneti, nelle strutture ricettive annesse, sempre più confortevoli e raffinate. Dai masi del Trentino alle candide masserie pugliesi o ai bagli siciliani, questo inedito Vigna d’Italia Grand Tour ha le carte in regola, oltre che per restituirci un po’ di serenità, per ridefinire la geografia dei luoghi. Intanto, ha già riscritto le gerarchie gastronomiche: quanti ristoranti stellati fanno capo a un’azienda vinicola o a un’Enoteca regionale? Ma c’è dell’altro. Il vino è diventato un’alternativa a google maps: setacciando palmo a palmo pianure e colline, si è preso sulle spalle l’Italia, aiutandoci a recuperare il rispetto del territorio e un’identità comune. Il nostro futuro, dunque, passa anche di qui, da una terra sempre più poetica e da tanti piccoli “colossei”, con cui ricostruire una gioiosa memoria collettiva. Di seguito, appunti di viaggio (e consigli per gli acquisti), per un’autentica estate italiana. 

Valle d’Aosta

La Vrille

Verrayes (AO)

La Vrille è cantina, osteria e locanda ai massimi livelli, un luogo dell’anima, realizzato dai coniugi Hervé Deguillaume e Luciana Neyroz. Trovarlo non è così semplice, in una valletta da cui si domina il castello di Fenis, ma una volta giunti sarà come essere in paradiso. I prodotti della cucina provengono dall’orto e dal piccolo “ranch”, le camere portano il nome di vitigni autoctoni valdostani. Poi c’è la cantina di Hervé: i suoi vini sono uno più buono dell’altro.

Valle d’Aosta Chambave Muscat Flétri

Un immenso vino dolce, frutto di 90 giorni di appassimento, equilibrato, acido, salato, mai stucchevole. Buonissima anche la sua versione secca, lo Chambave Muscat.

Piemonte

Cornarea

Canale (CN)

Siamo nel Roero. Cornarea è il nome di una collina a forma di panettone che sovrasta la cittadina di Canale. Sui fianchi della collina, ettari di vigneto, piantati per lo più ad arneis; in cima al cocuzzolo, un villotto in stile liberty, che la famiglia Bovone ha trasformato in relais di campagna. Una decina le camere, ampie, luminose e con raffinati arredi d’epoca. I titolari non mancheranno di intrattenervi con un assaggio dei loro vini: Cornarea è storica interprete del bianco simbolo del Roero, declinato anche in una versione passita che rivaleggia con i grandi vini dolci italiani.

Tarasco Passito

Profuma di frutta secca e in bocca avvolge come un morbido abbraccio. Ha straordinarie capacità di invecchiamento.

Cascina Ballarin

La Morra (CN)

Nelle Langhe degli chef stellati e dei wine resort, ecco un piccolo agriturismo che vi farà sentire a casa, annesso all’azienda vitivinicola dei fratelli Giorgio e Giovanni Viberti, apprezzati produttori di Barolo. La vista sull’anfiteatro vitato dell’Annunziata è magnifica. Poche camere in quelli che erano la stalla e il fienile della cascina avita, una piazzola di sosta per camper (con la possibilità di campeggiare), la prima colazione abbondante e casalinga.

Barolo Tre Ciabot

Assemblaggio di diversi vigneti, di beva coinvolgente, tannico al punto giusto. Ottimo rapporto tra la qualità e il prezzo.

Accornero

Vignale Monferrato (AL)

La famiglia Accornero è tra le più valide interpreti dell’enologia del Monferrato. Sua questa bella tenuta che annovera 20 ettari di vigneto, una cantina e un annesso agriturismo con camere. Suggestiva la cascina padronale e dolcissimo il paesaggio circostante, dominato dal vigneto Ca’ Cima, da cui si ottengono alcune delle migliori etichette della gamma aziendale.

Grignolino del Monferrato Casalese Bricco del Bosco

Ottimo esempio delle potenzialità del locale Grignolino, vitigno e vino sempre ingiustamente sottostimato. Fruttato, succoso e con tannino elegante.

Liguria

Buranco

Monterosso (SP)

Monterosso è l’ultimo comune delle Cinque Terre, arrivando da La Spezia. In una tranquilla valletta arretrata rispetto al paese troviamo Buranco, nota firma enologica del territorio votata anche all’ospitalità grazie a tre appartamenti immersi nel verde. In vendita, oltre ai vini, anche olio extravergine, miele, grappa e limoncino di produzione propria.

Cinque Terre Sciacchetrà

Il nome potrebbe derivare dal dialetto sciac e trai, “schiaccia e lascia lì”. Uno dei vini passiti più rari al mondo nasce così, con l’uva messa ad asciugare al sole finchè non restano altro che zuccheri e aromi di frutta secca.

Lombardia

Al Rocol

Ome (BS)

Quest’azienda oltre vent’anni fa fece da apripista sul fronte dell’accoglienza in Franciacorta. Il complesso è ricco di fascino. Si può scegliere in una vasta gamma di opzioni per il pernottamento, comprese alcune sistemazioni in mezzo ai vigneti. Il ristorante è aperto non solo per gli ospiti. Innovativa la piazzola di sosta per camper, a dimostrazione della dinamica visione che anima la famiglia Vimercati Castellini. I titolari sapranno intrattenervi con svariate attività all’aria aperta.

Franciacorta Satèn Martignac

Bollicina raffinata e cremosa, gastronomica e rinfrescante, nel solco della tradizione franciacortina più autentica.

Trentino Alto Adige

Francesco Moser – Maso Villa Warth

Trento

Frazione Meano

www.cantinemoser.com

È proprio lui, il recordman dell’ora, tre volte trionfatore alla Parigi-Roubaix e campione del mondo, a dare nome e anima a questa tenuta vitivinicola a una manciata di minuti di auto da Trento. Il team vincente è completato dai figli Francesca e Carlo. Gli appartamenti sono molto confortevoli. Ovviamente gli ospiti hanno a disposizione biciclette per esplorare i dintorni.

Moscato Giallo

Una delle perle enologiche del Trentino. Elegante, esotico, dolce ma non stucchevole, dalla mineralità vibrante.

Veneto

Castello di Lispida

Monselice (PD)

Sui Colli Euganei, a Lispida, un grande monastero fortificato di origine ottocentesca, che Alessandro Sgaravatti acquistò nel 1985, avviandone la completa ristrutturazione e la successiva, parziale destinazione a beauty farm e location per banchetti e matrimoni. La piscina coperta è ricavata all’interno della serra storica. Curiosità enologica, Sgaravatti è stato tra i primi in Italia a introdurre le anfore per la macerazione del tocai.

Amphora

Un bianco da uve friulano macerato, che stupisce per integrità olfattiva, potenza e armonia.

Friuli-Venezia Giulia

Russiz Superiore

Capriva del Friuli (GO)

Capriva del Friuli contende alla vicina Cormons il ruolo di capoluogo della viticoltura del Collio. Alta la concentrazione di grandi nomi del vino, tutti, o quasi, con annesse strutture ricettive. Non fa eccezione Russiz Superiore, ammiraglia della galassia Felluga e relais di charme immerso tra boschi e vigneti. Interessante il lavoro di recupero del casale destinato all’alloggio.

Collio Bianco Col Disore

Un blend di friulano, pinot bianco, sauvignon e ribolla gialla, perfetto testimonial di questa “tipologia mosaico” che è il Collio Bianco. Ricercata eleganza, aromaticità contenuta.

Tiziano Gaiadi Tiziano Gaia   
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