Hot dog: il panino tedesco diventato simbolo del cibo Usa. Ma il "cane caldo" nel pane c'era? Qui i fatti
Lo street food che, insieme all’hamburger, è tra i simboli indiscussi della cucina americana. Ma ha dettagli e aneddoti sorprendenti sulla sua nascita
Dalle umili origini tedesche fino ai chioschi delle strade di New York ed oltre, l’Hot Dog ha percorso una strada ricca di vicende interessanti. Questo panino farcito, nel secolo e mezzo della sua storia, ha saputo conquistare dapprima gli Stati Uniti, diffondendosi progressivamente nel resto del mondo, dove è diventato indiscusso portabandiera del sapore e della cultura a stelle e strisce. Scopriamo a cosa è dovuto tanto successo, in un breve excursus capace di riservare non poche sorprese.
Un cuore tutto tedesco
Un percorso di questo tipo non può che cominciare dal cuore della specialità, vale a dire il würstel. Due sono le tipologie da sempre utilizzate per questo panino nella sua forma più classica, entrambe profondamente legate alla tradizione culinaria tedesca: la prima è il Frankfurter (Frankfurter Würstchen), insaccato a base di maiale, originario di Francoforte, già molto diffuso nel XIII secolo. La seconda è il Wiener, preparato con un mix di carne di maiale e manzo, strettamente legato alla città di Vienna.
Cosa c'entra il cane? Le origini del nome
Parlando di carne, è bene chiarire fin da subito il dubbio più atroce che riguarda la specialità, vale a dire il perché si chiami “cane caldo” (Hot Dog, appunto). Ebbene, si ipotizza che il nome possa essere stato adottato a partire dall’800, quando in più di un paese del nord Europa si diffuse il sospetto che, nei periodi di crisi economica, i macellai potessero far uso del cane nella preparazione delle salsicce. Da allora in poi lo strano appellativo avrebbe preso piede, perdurando fino ai giorni nostri. Premesso ciò, è senza dubbio più rassicurante credere ad un’altra teoria, non a caso quella più in voga, secondo cui l’Hot Dog si chiamerebbe così in virtù della sua forma, molto simile a quella del cane bassotto (il cosiddetto “dachshund”).
La nascita dell’Hot Dog moderno
Sebbene certezze in merito non esistano, è molto probabile che la nascita dell’Hot Dog, così come lo conosciamo ed apprezziamo ancora oggi, vada fatta risalire al 1867, quando Charles Feltman, un immigrato tedesco, iniziò a vendere salsicce servendosi di un carretto posto sulla spiaggia di Coney Island, zona balneare di New York. La sua specialità, semplice e gustosa, si chiamava “Coney Island Red Hot” e consisteva in una “sausage” realizzata con un mix di manzo e maiale, grigliata (Red Hot: rosso bollente) e servita in un panino morbido oblungo (il potato bun), accompagnata da una striscia di senape.
Il business ottenne un così grande successo che, nel 1871, Charles aprì un ristorante vero e proprio: nel giro di pochi anni questo si sarebbe ingigantito diventando il Feltman’s Ocean Pavilion, una vera e propria istituzione, capace di accogliere fino a diecimila clienti al giorno!
Nathan Handwerker moltiplica la fama dell’Hot Dog
Un’altra personalità di fondamentale importanza nella storia dell'Hot Dog è senza dubbio Nathan Handwerker. Quest’immigrato polacco, ex dipendente di Feltman, nel 1916, grazie ad un prestito di 300 dollari, aprì un chiosco tutto suo, anch’esso a Coney Island, che divenne ben presto un punto di riferimento per gli amanti della specialità. L’apertura di una fermata della metropolitana nei pressi del locale non deve di certo aver guastato. Fatto sta che un enorme flusso di persone appartenenti ad ogni ceto sociale iniziò ad affluire nel suo locale: dall’operaio alla massaia, dall’uomo d'affari al ... Presidente. Ebbene sì, il celebre Franklin Delano Roosevelt amò a tal punto gli Hot Dog di Nathan che finì con l’offrirli a Giorgio VI ed alla Regina Elisabetta quando nel 1939 (alle soglie della Guerra), la coppia reale inglese visitò gli Stati Uniti. Una pubblicità non da poco che aiuta a comprendere come mai, al giorno d'oggi, Nathan’s Famous sia una delle catene di fast food più affermate del paese.
Le varianti dell’Hot Dog
ùQuasi inutile sottolineare che, nel tempo, l’Hot Dog classico newyorkese, con senape (o ketchup), cipolla, crauti e (eventualmente) cetriolini, é stato affiancato da un gran numero di varianti, come quella di Chicago, che si distingue per l’aggiunta di pomodori e peperoncini o quella di Seattle, con crema di formaggio. La varietà forse più interessante è il Coney Island Hot Dog (o Coney Dog), che se a New York, come già spiegato, indica un certo tipo di preparazione, nel Midwest (ed oltre) ne propone una completamente diversa, arricchita con chili (senza fagioli) o carne macinata (più, ovviamente, le immancabili senape e cipolla). Si dice che questa particolare ricetta fu inventata dagli immigrati greci e macedoni che, fuggiti dalla loro terra nei primi del ‘900, passarono per Ellis Island e si diressero quindi verso gli stati dell’ovest.
Ma quanti Hot Dog mangi?
Da ultimo non si possono non citare le gare di resistenza nel consumo di Hot Dog: vero e proprio fenomeno di culto negli Stati Uniti, considerato da molti esperti di sociologia estremamente patriottico, se non addirittura identitario. Ogni anno, un gruppo di mangioni fuori di testa (alcuni dei quali sorprendentemente magri), non manca di attirare l’attenzione dei media e del pubblico. La competizione più celebre è indubbiamente il Nathan’s Famous Hot Dog Eating Contest (organizzata proprio dalla catena di cui si è appena parlato), che si tiene ogni 4 Luglio a Coney Island. Il torneo, la cui prima edizione risale al 1916, vede i partecipanti sfidarsi senza esclusione di colpi nell’ingerire il maggior numero di hot dog in 10 minuti. Quest’anno il vincitore è stato Patrick Bertoletti, capace di mangiare ben 58 panini!
Meno noto, ma altrettanto competitivo (fosse solo per la particolare pesantezza del cibo), è il confronto annuale presso il Texas State Fair, dove i concorrenti si cimentano con i cosiddetti corny dogs, un tipo di Hot Dog decisamente “impegnativo”, perché impanato e fritto. Questi eventi, oltre alla loro indubbia particolarità, possono essere considerati veri e propri test di resistenza fisica, con record che sfidano i limiti umani e vincitori che fanno a buon diritto parte del gotha del “competitive eating”.
L’Hot Dog, nato come street food prediletto dalle fasce più umili della popolazione, nel tempo ha compiuto un viaggio “g-astronomico”, che lo ha portato ben oltre i confini degli Stati Uniti: dalle bancarelle di Tokyo, ai chioschi di Berlino, fino ai mercatini di Buenos Aires, la specialità ha saputo adattarsi ai gusti locali, pur mantenendo la sua essenza (nord) americana. Un “semplice” panino col würstel è stato in grado di diventare vero e proprio ambasciatore culinario, portando con sé un pezzo di cultura del “Nuovo Mondo”.
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