Il rinascimento di un territorio sottovalutato: cosa vedere e gustare nell'Oltrepò Pavese
Tra le più importanti terre del vino italiane, negli ultimi anni ha segnato il passo rispetto ad altre zone. Ma ora è in piena rifioritura, da tutti i punti di vista

Quando si parla di territori vitivinicoli sottovalutati negli ultimi anni il nome che spunta fuori più spesso è quello dell'Oltrepò Pavese. Perché? Perché l'Oltrepò Pavese è, senza tema di smentita, tra le più importanti terre del vino italiane ma, al contempo, è anche uno degli areali che negli ultimi lustri ha visto decadere di più la percezione del proprio valore. Eppure, io contiuo a sostenere che un territorio come quello dell'Oltrepò non possa più essere considerato come l'”outsider”, bensì come la culla di grandi vini che hanno bisogno solo di essere ri-scoperti.
Una nuova fioritura di idee e di bellezza
Dopo tutto come non aspettarsi una grande vocazione da una provincia, quella di Pavia, che ha la forma di un grappolo? A mio parere è in atto una piccola grande rivoluzione o, per meglio dire, un rinascimento oltrepadano. A testimoniarlo c'è la voglia di dimostrare il reale valore delle proprie produzioni di nicchia e la continua crescita in termini di rispetto del territorio ad opera delle piccole aziende emergenti. Valori che ho potuto riscontrare personalmente durante i miei ultimi tour in loco.

Non subire il mercato ma disegnarlo nel rispetto di se stessi
Ho avuto modo di incontrare in vigna e in cantina produttori giovani e meno giovani, convenzionali, biologici e biodinamici, micro-aziende ed aziende più grandi, tutte unite nel voler far conoscere la propria terra e le sue innate potenzialità, ma ancxhe e la qualità del lavoro fatto in campo e in cantina negli ultimi anni. E' in atto una vera e propria rinascita su tutti i livelli. Una terra antica che sa rinnovarsi, grazie a un manipolo di produttori che non ha mai smesso di anelare la qualità, senza ungere gli ingranaggi di dinamiche malate e senza prostrarsi passivamente ad un mercato cattivo demiurgo.
La cultura e la storia nel calice
Potrete scoprire vini tipici del territorio come Bonarda, Buttafuoco, Cruasé e Sangue di Giuda prodotti con vitigni autoctoni come Barbera, Croatina, Uva Rara, Ughetta (o Vespolina), Moscato, Riesling Italico, ma troverete anche ottime interpretazioni di varietali alloctoni che in Oltrepò trovano un habitat ideale come il Riesling Renano e il Pinot Nero. Proprio questi ultimi due nobili vitigni “stranieri” sembrano aver trovato una seconda casa in questo territorio attestandone, data il loro essere notoriamente ostici da coltivare, una grande vocazione. Varietali che possono essere utilizzati per produrre vini delle seguenti denominazioni: 1 DOCG (Oltrepò Pavese Metodo Classico); 7 DOC (Bonarda dell’Oltrepò Pavese, Buttafuoco dell’Oltrepò Pavese, Casteggio, Oltrepò Pavese, Oltrepò Pavese Pinot grigio, Pinot nero dell’Oltrepò Pavese e Sangue di Giuda dell’Oltrepò Pavese); 1 IGT (Provincia di Pavia).
Itinerari di turismo enogastronomico al loro meglio
Organizzare un tour in Oltrepò Pavese significa anche immergersi nella ricchezza dell'enogastronomia del territorio. Dai piatti tipici della tradizione a base di riso, ma anche gnocchi e zuppe calde. Da assaggiare anche il ragò (la locale cassoeula), i munighili, le polpette di carne, e poi l'ossobuco con piselli e il bollito con salsa verde. Poi i prodotti da forno come i grissini e le offelle. Il tutto da abbinare alle molteplici espressioni dei vini locali che coprono praticamente tutte le categorie enoiche. Questo significa che in Oltrepò Pavese troverete un vino per ogni piatto. Un territorio che vi invito a scoprire e riscoprire resettando ogni opinione pregressa e cercando di percepire i valori odierni dalla vigna al bicchiere e dalla materia prima al piatto.
