Perché mangiarla da sola? Origini, storia e gli abbinamenti perfetti della burrata
Solo di recente si è capito chi ha inventato questo "scrigno" di formaggio a pasta filata, parente stretta della mozzarella. E alleata della "stracciatella"
Tra le numerosissime specialità casearie commercializzate in Italia ce n’è una dall’aspetto decisamente singolare: sto parlando della burrata, un formaggio a pasta filata strettamente imparentato con la mozzarella, la cui forma ricorda quella di un candido sacchetto, chiuso da un nastro di colore verde. La componente estetica, ovviamente, non è tutto, perchè quest’involucro è in grado di sprigionare un gusto tale da aver conquistato nel giro di pochi anni una folta schiera di estimatori, sia tra gli appassionati del buon cibo che tra gli chef stellati, felici di integrare questa delizia nei loro piatti più ricercati.
Le origini della burrata
Sebbene, come è facile immaginare, sia pressoché impossibile individuare gli inventori di gran parte dei formaggi attualmente in commercio, le cui origini generalmente si perdono in un lontano passato, ciò non vale per la burrata, la cui scoperta è relativamente recente. Sappiamo infatti con certezza che la sua nascita è legata all’estro di una famiglia di mastri casari pugliesi, i Bianchino. Pare infatti che, durante la prima metà del secolo scorso, una nevicata particolarmente abbondante li spinse ad escogitare un modo per preservare i latticini in condizioni difficili: fu così che decisero di modellare l’impasto della mozzarella facendone una piccola sacca che farcirono con panna e fettucce della mozzarella stessa.
La stracciatella
Questo ripieno altro non era che la cosiddetta Stracciatella: un mix dal sapore talmente ricco e coinvolgente che, dopo qualche anno, iniziò ad essere commercializzato come specialità a sé stante. Il suo nome deriva dagli straccetti di forma oblunga del latticino con i quali viene preparata.
Come si produce la burrata
Tornando alla burrata, questa è prodotta seguendo una procedura i cui passaggi iniziali sono praticamente identici a quelli usati per la mozzarella. Il metodo prevede che al latte, una volta riscaldato ed acidificato, venga aggiunto del caglio, in modo tale che si coaguli formando la cagliata, una massa di consistenza gelatinosa. Si procede quindi alla sua rottura, in modo tale da ottenere dei frammenti che, opportunamente lavorati in acqua bollente, si trasformano in una pasta filata. Una parte della pasta è sfilacciata per realizzare la stracciatella, il resto viene impiegato per plasmare i sacchetti.
Degustare la burrata
I più appassionati intenditori della burrata, i puristi, ritengono che il modo migliore per apprezzarla sia mangiarla da sola, a temperatura ambiente o, tutt’al più, accompagnata da pane abbrustolito e olio di oliva. Un’opinione più che legittima, considerato il fatto che il sapore di questa specialità è in grado di conquistare il palato senza bisogno di alcun tipo di accompagnamento.
Ciò nonostante, negli ultimi anni l’estro dei cuochi ha escogitato abbinamenti che sarebbe un peccato sottovalutare, come ad esempio quello con la pasta col pesto o con le orecchiette alle cime di rapa. La burrata è inoltre perfetta per mantecare i risotti o come imbottitura per squisiti fiori di zucca fritti. Particolarmente esaltante il magico connubio con gamberi o gamberoni.
Un successo internazionale
Alla luce di quanto appena esposto non deve stupire l’incredibile successo che questo latticino sta ottenendo non solo in Italia ma anche nel resto del mondo: un risultato comprovato dal boom delle vendite e dall’elevato numero di ricerche su Internet che la riguardano.