L'allarme sul caffé: "Verso i 2 euro la tazzina al bar. Siamo al limite, il mercato sta per crollare"
La scarsità di materia prima, il danno climatico e ora la guerra dei dazi potenziano le speculazioni. Parlano Lavazza e Illy e analizzano lo scenario in corso

Un sorso sempre più amaro e più pesante nelle nostre tasche. Il mercato del caffé sta diventando problematico e la sua sostenibilità è destinata ad andare in crisi. Ultima mazzata sulla speculazione e la penuria di materia prima che già stavano interessando l'approvvigionamento e la commercializzazione del caffé, arriva dalla guerra dei dazi innescata dalle decisioni dell'amministrazione Trump. Risultato: bere caffé sta diventando sempre più simile, in termini di costo finale, di prezzo al singolo consumatore, al bere una tazzina piena d'oro liquido. E su questo un nuovo allarme è stato lanciato da un gigante del settore: Lavazza.
"Siamo al limite della sopportazione"
Intervistato dal Financial Times, Antonio Baravalle, amministratore delegato del gruppo Lavazza, ha detto chiaramente che "quando vedo il prezzo di tre o quattro sterline per un espresso a Londra e otto per un cappuccino a New York e le impennate borsistiche di Wall Street, penso che prima o poi ci sarà un crollo". E ancora: "Siamo al limite della sopportazione". Tre i problemi per Baravalle: "L'aumento dei prezzi del caffé...guidato in parte dalla speculazione, dai cambiamenti climatici" che rendono più difficile e costoso procurarsi i chicchi, e ora dai dazi Usa contro il resto del mondo. Conseguenza di questo scenario incerto e molto variabile, è stato intanto un calo dei titoli futures legati al caffé, daa 4,39 a 3,45 dollari la libbra (che è pari a 453 grammi, attorno al mezzo chilo quindi). E questo pare solo un inizio.
Leggia anche: Caffé con l'Arabica addio. Cosa berremo nel prossimo futuro
Il caffé che costa come un gioiello
Nel mentre il prezzo delle due qualità di maggiore pregio del caffé, l'Arabica e la Robusta, è andato aumentando rispettivamente del 62% e del 78%. Cosa significa per chi va al bar, portafoglio alla mano? Si stima che una tazzina al bar arriverà a costare 2 euro entro quest'anno. L'introduzione da parte del governo Usa dei nuovi dazi (fino al 64%) sull'importazione di caffé rischia di far impennare il prezzo finale del 50%, come ha segnalato la National Coffee Association.
La più grande speranza per i produttori di caffé e per chi lo commercializza in tutto il mondo, sono le stime di un raccolto record in Brasile che potrebbe controbilanciare l'impatto dei dazi, se confermato. E l'Italia? Per ora sperimenta rincari contenuti ma la "volatilità" capricciosa dello scenario voluto da Trump non lascia tranquilli i grandi marchi, tanto che Illy ha già dichiarato di essere pronta a spostare l'intera produzione negli Usa.
Leggi anche: "Usano caffé contaminato". L'accusa di Report e la dura risposta di Lavazza