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Maxi multa a Carapelli: quell'olio non è extravergine. La sentenza e la replica dell'azienda

Il celebre marchio di olio d'oliva aveva presentato ricorso, ma la multa è importante e confermata. Non è la prima volta, ma ecco la replica in dettaglio

di FoodCulture   
Carapelli fa parte del gruppo Deoleo (Shutterstock)
Carapelli fa parte del gruppo Deoleo (Shutterstock)

La prima sentenza era arrivata mesi fa, Carapelli ha fatto ricorso. E ha perso anche quello. Il Tribunale di Firenze ha riesaminato il caso, preso atto dei rilievi degli ispettori e confermato la maxi sanzione che era stata inflitta dal Ministero delle politiche agricole. Carapelli dovrà perciò sborsare 230mila euro e pagare la multa. La ragione è che ha commercializzato un olio indicato come extravergine, e che non lo era.

I dettagli della sentenza

L'olio sotto inchiesta è stato commercializzato da Carapelli (che, lo ricordiamo, è un marchio acquistato tempo fa dal gigante spagnolo Deoleo Global) in Francia nel 2017. Le analisi sul prodotto sono state svolte nei laboratori di Perugia e hanno confermato che l'olio venduto come tale, non ha le caratteristiche dell'EVO. Non è la prima delle multe che Carapelli-Deoleo Global ricevono per le irregolarità del loro prodotto. Era stato il Davis Olive Center dell'Università della California, a scoprire nel 2010 che l'olio Carapelli non fosse in regola, a partire dall'etichettatura. Nel 2016 multa da 300mila euro perché le bottiglie dei prodotti Bertolli Gentile, Sasso Classico e Il Frantoio Carapelli indicavano in modo scorretto semplice olio vergine, non extravergine. Nuovi guai erano poi emersi dalle indagini dei Nas, e con il ricorso presentato dall'azienda respinto dal Tar nel 2022. 

Foto Shutterstock

La risposta di Carapelli

Di fronte alla conferma della sanzione, Carapelli ha replicato con questo comunicato: "L’azienda intende precisare che sta provvedendo a replicare con solide argomentazioni al fine di ottenere la sospensione del provvedimento. La motivazione di giudizio riguarda un problema sensoriale di gusto, imputabile alla filiera di conservazione, che non rappresenta assolutamente un rischio per la salute dei consumatori. Elementi quindi che comportano la messa in discussione della pena sanzionatoria, fermo restando inoltre che si tratta di una sentenza di primo grado per cui non definitiva e oggetto di ulteriori livelli di giudizio.
 
L’impegno di Carapelli Firenze nei controlli è da sempre rigoroso e costante, con oltre 45.000 analisi l’anno. Si tratta di un lavoro continuativo effettuato da un panel professionale interno – riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali – il quale verifica ogni lotto prima che venga immesso sul mercato e anche con periodici prelievi dai punti vendita, il tutto per garantire la qualità e la soddisfazione dei consumatori. Diversamente il test effettuato con un unico campionamento, a fronte di milioni di bottiglie distribuite ogni anno, non è rappresentativo considerando anche che l’olio è un prodotto vivo le cui caratteristiche sensoriali sono sensibili alle condizioni di conservazione esterne e non controllabili dall’azienda. La qualità e trasparenza sono valori molto importanti per Carapelli e parte della nostra missione come azienda. Per questo lavoriamo e investiamo giorno dopo giorno per la fiducia dei nostri consumatori". 

Leggi anche: "Perché il prezzo dell'olio d'oliva potrebbe dimezzarsi" dopo rialzi record. Parla il più grande produttore

 

di FoodCulture   
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