Olio d'oliva anti cancro, demenza e Alzheimer. Ma a una condizione: cosa svelano i dati di tre nuovi studi
Le conclusioni dell'European Journal Of Clinical Nutrition, l'approfondimento della Fondazione Veronesi, e la ricerca di TH Chan ad Harvard. Spiegate qui
L'oro verde continua ad avere prezzi non sostenibili da tutti, specie se si parla di extravergine. Ma è una delle materie prime alimentari (ormai lo si può considerare così) più ricercate, preziose e utilizzate. Non solo per i suoi usi alimentari, ma ad esaltarne le proprietà di presidio per la salute e contrasto a malattie anche gravi è il recentissimo studio pubblicato dall'European Journal Of Critical Nutrition e ospitato dal prestigioso Nature (la versione originale è disponibile qui). L'olio d'oliva è associato a "scudo" fondamentale contro la formazione di tumori e il presentarsi di malattie cardiovascolari, i nuovi dati pubblicati aggiungono dettagli in questo senso. Ma non è ancora tutto.
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L'approfondimento della Fondazione Veronesi
Per non lasciarsi andare alla deriva delle promesse salutistiche miracolose e ad una narrazione favolistica sul cibo, la Fondazione Umberto Veronesi e la sua Piattaforma Congiunta con I.R.C.C.S. Neuromed, in collaborazione con la Clinica Mediterranea Cardiocentro di Napoli e l'Università LUM Giuseppe Degennaro di Casamassima (BA), ha approfondito questi aspetti in una ricerca all'interno del Progetto Umberto dedicato in particolare alla prevenzione dei tumori (vedi qui). Allo studio ha contribuito in modo non condizionante l'azienda produttrice di olio Monini che ha nel corso di 13 anni ha monitorato le abitudini di consumo alimentare di 23mila adulti italiani, uomini e donne, inseriti nello studio chiamato Moli-Sani. Cosa ne è emerso?
I dati commentati
Il campione era composto da da 11.976 donne e 10.916 uomini con un'età media di 55,4 anni, e un medio consumo giornalieri di 23,3 grammi di olio d'oliva. I soggetti che riferivano una minore presenza di malattie e di forme tumorali usavano la giusta quantità di olio d'oliva nell'ambito della Dieta mediterranea e quindi prediligendo nella loro alimentazione settimanale frutta, pesce, verdura, legumi, cereali integrali, ridotta quantità di alcolici. Si è proceduto ad analizzare i biomarcatori che segnalano le infiammazioni del metabolismo e gli scompensi cardiovascolarie e renali. I dati della ricerca hanno mostrato una ridotta associazione con malattie gravi e degenerative del 21,2% e nel caso delle forme tumorali, del 13,7% nei soggetti che hanno un consumo abituale più elevato di olio d'oliva. Il sintesi, il consumo quotidiano di olio di oliva in quantità uguali o superiori a 3 cucchiai da tavola è associato a una analoga riduzione del rischio di tumori con relativa mortalità. C'è dell'altro.
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L'altro studio: olio valido alleato contro l'Alzheimer. Ma a una condizione
Le ottime notizie che arrivano dallo studio pubblicato da Nature e dall'approfondimento Moli-Sani della Fondazione Veronesi nell'ambito del Progetto Umberto, si aggiungono ad una ulteriore ricerca sulle proprietà benefiche dell'olio d'oliva nel presidio contro le forme di demenza e Alzheimer, effettuata dalla Scuola di Salute Pubblica TH Chan di Harvard in collaborazione con l'Università di Zhejiang (Cina), di Copenhagen (Danimarca), col Dipartimento di Medicina del Brigham and Women's Hospital (Usa) e con il Dipartimento di Nutrizione dell'Università del Massachusetts. In questo caso i gli adulti "campionati" per 30 anni sono stati 90mila, con età media attorno ai 56 anni e di cui il 65% composto da donne. Lo studio ha confermato il presidio dell'olio d'oliva (nelle quantità già sottolineate dalla ricerca della Fondazione Veronesi) contro le malattie neurodegenerative e il declino neurocognitivo. Il consumo quotidiano di almeno 7 grammi di olio d'oliva riduce del 28% la mortalità correlata a demenza e Alzheimer.
Niente miracoli ma ecco perché questo alimento ha un'azione così salutare
Cos' ha di "miracoloso" l'olio d'oliva? Niente. Molto realisticamente, contiene polifenoli, vitamina E e acidi grassi monoinsaturi che esercitano un'azione antinfiammatorie e neuroprotettiva. A condizione che l'olio sia di qualità, meglio se di olive provenienti da una zona specifica e certificata (le mescolanze di oli provenienti da Paesi vari quindi sono già al di sotto di questo standard) e meglio ancora se si tratta di EVO, l'extravergine. Sembrerà banale ma non lo è, perché ancora troppe persone acquistano olio a 3 o 4 euro la bottiglia, senza badare alla qualità o rischiando di comprare oli "aggiustati". Non è un caso che recenti azioni antifrode abbiano bloccato e sequestrato oli contraffatti in modo pericoloso.
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