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Oressizzanti: i cibi che modificano il cervello, così stai sempre peggio e non dimagrisci più. Quali sono

Un nuovo studio di scienza alimentare documenta come certi ingredienti finiscano per "drogare" il cervello e i neuroni, rendendo difficile cambiare alimentazione

di FoodCulture   
Certi gusti sono irresistibili, ma influenzano perfino la nostra struttura cerebrale (Shutterstock)
Certi gusti sono irresistibili, ma influenzano perfino la nostra struttura cerebrale (Shutterstock)

Diabete, pre-diabete, glicemia alta, colesterolemia sempre più difficile da controllare. In alcuni casi la questione è anche genetica, ma c'entra sempre il cibo. E no si parla solo del sovrappeso, dell'obesità e delle malattie che derivano da una cattiva alimentazione. Un recente studio pubblicato su Nature Metabolism (e disponibile in versione integrale in inglese qui) mette al centro degli effetti dannosi di certi cibi sul corpo un termine con cui conviene familiarizzare: orexicenig. Più o meno si può tradurre in italiano con oressizzante. Letteralmente: che stimola l'appetito. E condiziona il cervello così tanto da modificarlo, in particolare i neuroni della porzione dorsale dell'ippocampo.

Se mangi male poi è difficile tornare indietro

Secondo lo studio di Nature Metabolism, all'interno dell'ippocampo esistono due specie di neuroni che finiscono per essere "drogati", condizionati, dall'assunzione di zuccheri e grassi, meglio detti lipidi e glucidi. E che per tale motivo creano delle routine di assunzione di quelle sostanze, moltiplicando il bisogno e l'impulso a mangiare le pietanze che ne sono più ricche. Questo finisce per influenzare le nostre scelte alimentari a partire da quando gli occhi si soffermano su certi prodotti o leggono la presenza di determinati ingredienti.

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Lo schema di comportamento innescato dai neuroni che creano la dipendenza da zuccheri e grassi, tende a ripetersi. Ed è quindi più difficile riuscire a cambiare abitudini alimentari, perdere peso, evitare l'obesità o rimettere a posto glicemia e colesterolo. Un nuovo tassello di scienza alimentare sul rapporto fra cibo sbagliato e "inquinamento" cerebrale. 

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di FoodCulture   
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