"Il prezzo dell'olio d'oliva si dimezzerà": anni di speculazioni e costi alle stelle, che cosa cambia
Dal 2022 ad oggi, fra guerre ed eventi climatici, il prezzo al consumatore finale è raddoppiato. Parla il più grande produttore mondiale: cosa cambia
Le statistiche raccontano un raddoppio del prezzo nel giro di due anni. Gli ultimi due in particolare, complice la guerra ma ancora di più il clima imprevedibile con precipitazioni rovinose e periodi sempre più lunghi di siccità. Per questo dal 2022, quando era ancora possibile comprarlo a 6-7 euro il chilo/litro, l'olio d'oliva è arrivato a costare 11-12 euro. L'EVO poi, alla bottiglia finale che arriva in distribuzione, è diventato oro. E i rincari di questa materia prima alimentare hanno lasciato segni nel portafogli di tutti i consumatori. Con forme di speculazione sempre meno sopportabili. Ma arriva una buona notizia, e arriva dalle stime del principale produttore oleifero mondiale.
"Prezzo dimezzato": quanto possiamo crederci
Il report che ha calamitato l'attenzione generale nelle ultime ore è quello di Deoleo, considerato ll numero uno del settore, con sede centrale in quella Spagna, colpita da gravi danni climatici, che è il primo produttore ed esportatore europeo di olio d'oliva. Deoleo è tra l'altro proprietario, tornando in Italia, dell'olio Bertolli. Il portavoce di Deoleo, Miguel Angel Guzman, sentito dalla Cnbc, ha detto: "Se confermate certe condizioni, prevediamo che i prezzi scenderanno fino alla metà dei valori record registrati negli ultimi mesi". La raccolta è più abbondante e se il clima resterà stabile (ma qualcuno potrebbe anche andare con la memoria recente al disastro di Valencia) le condizioni per un calo importante dei prezzi saranno confermate.
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Quanto vale il mercato mondiale e come è messa l'Italia
Altre buone notizie arrivano dalla Turchia, secondo produttore mondiale di olio d'oliva, che annuncia un raccolto record da 475mila tonnellate. Secondo le stime più recenti, il valore del mercato globale dell'olio d'oliva è stato di circa 13,03 miliardi di dollari nel 2022 con stime di crescita fino a 15,57 miliardi di dollari entro il 2027. E l'Italia? Resta uno dei principali fornitori mondiali di olio d'oliva ed è seconda dopo la Spagna in Europa. Stando ai dati Istat (elaborati da Ismea) il valore della produzione italiana supera i 1,9 miliardi di euro. Tutto bene? Non proprio, perché il nostro Paese dichiara, sempre a causa del clima estremo, una produzione ridotta a 224mila tonnellate. Non è uno scenario perfetto, ma i segnali verso un miglioramento della disponibilità del prodotto ci sono, da qui l'ottimismo di Deoleo.