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Cosa sta facendo impazzire i prezzi dell'olio d'oliva. Non è solo l'inflazione e andrà peggio

di FoodCulture   
Perché stiamo comprando 'oro verde' (Shutterstock)
Perché stiamo comprando "oro verde" (Shutterstock)

L'oro verde non è mai stato così tanto un bene da "gioielleria alimentare". L'ultimo rapporto di Coldiretti fotografa bene una situazione che i consumatori vivono da mesi, settimana dopo settimana e con tendenza al peggioramento. I prezzi finali dell'olio d'oliva sono impazziti e il rincaro è continuo, siamo arrivati a quota +37% e non è finita qui. Chi o cosa sta giocando con le nostre tasche e il nostro potere di spesa? Più caro dell'olio d'oliva c'è solo lo zucchero, schizzato a quota +43% di rincaro. Colpa dell'inflazione che ha ripreso a correre? C'è di più.

Meno scorte più soldi per comprarlo

Oltre alla generale impennata di costi della vita dovuta all'inflazione dopo anni di tassi bassissimi e prima delle complicazioni create dalla guerra fra Russia e Ucraina, viene in ordine di importanza la capacità delle scorte mondiali di olive e di olio di cui è prima produttrice mondiale la Spagna. Non è un mistero che molti oli "comunitari" contengano buona parte del prodotto di provenienza iberica, comprese le enclavi in Nordafrica. Ma a causa del cambiamento climatico i raccolti spagnoli si sono dimezzati. La materia prima costa di più e a questa si aggiungono i costi di produzione e distribuzione. In soldini se un tempo un litro di olio spagnolo si trovava a 3 o massimo 5 euro, ora il prezzo sfiora i 10. E siccome anche la produzione italiana si è contratta del 27% e il nostro Paese importa più del doppio dell'olio che produce ed esporta, ecco le ragioni dei rincari impazziti. Non è ancora tutto.

Andrà peggio

Di fronte a questo scenario di produzione trasformato in maniera traumatica dalla scarsità di scorte e da raccolti meno felici (ultima annata italiana chiusa a 241mila tonnellate rispetto alle 300mila necessarie e previste) le previsioni sono critiche. Gli operatori del settore cominciano a parlare apertamente di olio EVO (extravergine d'oliva) da vendere ormai come prodotto "premium" e della fine delle miscele a basso costo di oli comunitari che finora hanno calmierato i rincari. Il prezzo non scenderà per i prossimi due anni, mentre l'EVO è rincarato di quasi il 100%. E quel filo liquido che scende alla bottiglia verso il piatto sembra sempre più un gioiello verde. 

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di FoodCulture   
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