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Dopo lo scandalo dei ritiri alimentari, quanto sono sicure le insalate in busta? Cosa svelano i test

Arrivano le analisi di labotatorio aggiornate sul livello igienico, la presenza o meno di batteri e i residui di pesticidi e altri prodotti chimici. I risultati

di Tiscali FoodCulture   
Insalate già pronte in busta, tagliate e 'lavate'. Un prodotto di grande successo (Shutterstock)
Insalate già pronte in busta, tagliate e "lavate". Un prodotto di grande successo (Shutterstock)

Escherichia Coli. E' solo uno dei batteri contaminanti del cibo che possono portare a conseguenze anche mortali, ma forse il più "celebrato" da recenti scandali alimentari. Di cui sono stati protagonisti giganti dell'alimentare come McDonald's (leggi qui) o Buitoni (qui) entrambi alle prese con consumatori morti e inchieste in corso. Arrivano in modo opportuno, quindi, i nuovi test di igiene e sicurezza alimentare svolti dal team del Salvagente sui principali marchi di insalate pronte in busta distribuite in Italia.

Cosa hanno rivelato i test

Il Salvagente, rivista e sito leader nei test contro le truffe ai consumatori, ha sottoposto ai suoi test 12 marchi di insalate in busta. Qual è stato l'esito? In parte rassicurante, e cominciamo da questo: le analisi di laboratorio hanno rivelato l'assenza di listeria, salmonella ed escherichia coli, proprio i batteri che tempo fa avevano portato al ritiro dal mercato una trentina di marchi di insalate già pronte e tagliate in busta. Poi c'è il "ma". E riguarda la presenza complessiva di batteri presenti nelle confezioni, che secondo il Salvagente ha ancora un residuo troppo alto. Il che significa la conservazione nella catena del freddo non è stata fatta in modo appropriato e che i processi di sanificazione dei vegetali prima dell'inserimento in busta non sono efficaci. Vedremo poi cosa fare per ridurre al minimo questo rischio.

Pesticidi e nitrati, com'è andata

Altro dato secco: nessuno dei 12 campioni esaminati è completamente puro rispetto ai residui di pesticidi. In alcuni casi sono presenti anche otto molecole nella stessa confezione. Segnalati in particolare la Valeriana Foglia Verde di Eurospin in cui sono stati trovati resti di chlorantraniliprole e difenocolazole e l'insalata in busta Coop con un residuo chimico di spinosad in un livello superiore alla media. Sui nitrati in busta: la loro concentrazione è osservata in modo speciale, perché pur se presenti in natura nella verdura (ma con quantità che può diventare maggiore per via dei fertilizzanti usati) possono trasformarsi in nitrosammine dagli effetti potenzialente cancerogeni per l'organismo umano. Nei test del Salvagente va detto che i residui sono sempre al di sotto del limite stabilito in 5.000 mg per chilo, come da regolamento Ue 1258/2011. E in generale i nitrati lasciano un residuo piuttosto al di sotto della media. 

Approfondimento: Food for Profit, cosa avviene negli allevamenti intensivi. Videointervista con Giulia Innocenzi

In conclusione: il dato medio è confortante, resta comunque un residuo chimico per quanto al di sotto dei limiti di legge in tutti i campioni esaminati. Né i processi di igienizzazione delle buste sono del tutto efficaci, quindi resta la raccomandazione di lavare per bene la verdura una volta prelevata dalla confezione aperta. Con una domanda: ma che la compro a fare una insalata già tagliata e pronta, se poi la devi rilavare da capo per evitare di contaminarmi con batteri?

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di Tiscali FoodCulture   
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