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Chips e acrilammide che può innescare tumori: i test sui residui negli snack fritti e cosa rischiamo

Patatine, tortillas e altri spuntini fritti sono amatissimi in Italia, un mercato da 300 milioni l'anno. Ma certi residui sono pericolosi. Le analisi e i risultati

di Tiscali FoodCulture   
Patatine fritte e snack simili: il piacere e grande, ma ci sono rischi (Shutterstock)
Patatine fritte e snack simili: il piacere e grande, ma ci sono rischi (Shutterstock)

Ma quanto ci piace la patatina. A tutte le età. Le cifre parlano chiaro, e dicono che in Italia lo scorso anno sono state vendute 36.000 tonnellate di patatine confezionate, con predilezione per quelle dal gusto tradizionale e classico (60%) e quelle artigianali o aromatizzate in vari gusti. Un mercato che muove ogni anno 300 milioni di euro con un incremento di quasi il 6% negli ultimi otto anni. Quando si parla di fritto, l'attenzione diventa massima sulla presenza di acrilammide. E' un composto organico dell'acido acrilico che si forma durante il processo di cottura a temperature particolarmente elevate, soprattutto dai 120° in su. E che quindi riguarda le chips fritte. Quanto ne presentano i marchi più venduti in busta nel nostro Paese?

Una tortilla? Ma occhio a cosa contiene (foto Shutterstock)

I test e i risultati

A mettere sotto esame 29 marchi di chips, tortillas e altri snack fritti commercializzati in Italia è stato il team del Salvagente, la rivista di test di laboratorio contro le truffe e i pericoli per i consumatori. Il team di analisti indipendenti ha restituito questi risultati, considerando che i campioni sottoposti a test sono a base vegetale (patate, mais, lenticchie, pastinaca, banana). I risultati mostrano in generale livelli di acrilammide variabili, con valori molti al di sotto rispetto ai 750microgrammi per chilo, nel caso ad esempio delle Cipster, con 3mcg/kg e in particolare in quelle di lenticchie rosse, così come nei Fonzies, fermi a rassicurante quota di 9mcg per chilo. Ma altrove molto più alti, come nelle chips classiche Carrefour che hanno un residuo di acrilammide di 730mgc, siamo al limite massimo consentito. 

Il momento in cui ti fermi e cerchi qualcosa che faccia "scronch" (Shutterstock)

Aromi, coloranti e insaporitori artificiali

I test su chips, tortillas e altri snack fritti hanno riguardato anche le aggiunte chimiche, industriali per esaltare il sapore finale del prodotto e renderlo particolarmente appetibile. Qui le cose cambiano, e se quanto ad acrilammide potenzialmente cancerogeno i Fonzies sono molto salutari, è però vero che sono piene di additivi come il glutammato monosodico E621 che influisce sui valori di glicemia e può innescare cefalee.  

Leggi anche: Amica Chips, Pata e il mercato "drogato". I due marchi nel mirino dell'Antitrust

Molti dei campioni esaminati hanno anche la presenza di guanilato disodico E627, più volte correlato al favorire artrite e gotta, l'inosinato disodico E631 con effetti simile al guanilato, i mono e digliceridi degli acidi grassi della famiglia E471 e l'E450i, cioè il disfosfato disodico. Ma che succede se un prodotto fritto supera le soglie previste dalla legge italiana e dai regolamenti Ue? In questo ambito non rischia al momento il ritiro dal commercio. Come invece chiedono da tempo gli attivisti per l'alimentazione sana. E dunque bene ma non benissimo, e guardia che resta alta su chips e simili. I test completi si trovano qui.

Leggi anche: Acrilammide, in quali altri cibi si può trovare e come tutelarsi

 

di Tiscali FoodCulture   
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