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La sfida a colpi di pizza a Milano: c'è chi non bada a spese. 1500 euro? Si può fare

La battaglia tra chef stellati (e non solo) non bada ai prezzi, in alcuni casi non esattamente convenzionali

di Tiscali FoodCulture/Adn   
Una tipica pizza napoletana con i bordi alti (Ansa)
Una tipica pizza napoletana con i bordi alti (Ansa)

Loro assicurano: "Non è una pizza qualunque". E c’è da crederlo leggendo il prezzo sul menù: 25 euro per una margherita o con verdure da Cracco, 17 euro nel tanto chiacchierato Crazy Pizza di Flavio Briatore (ma si sale facilmente a 68 euro per quella con il prosciutto Pata Negra). E poi c’è Philipp Plein, che spiazza la concorrenza con la sua pizza al Dom Pérignon, a 1.500 euro. "E' il prezzo dello champagne, e il resto della bottiglia ve lo portiamo al tavolo, quindi la pizza praticamente la regaliamo", ironizza lo stilista tedesco, fresco di inaugurazione, in via Manin, a Milano, del suo The Plein Hotel, un 5 stelle lusso con 4 diversi ristoranti suo interno.

La sua è di certo la pizza milanese più costosa, con bresaola di Wagyu, tartufo e impasto al Dom Pérignon. Sottile e fragrante al centro, il bordo leggermente alto, è tra le più chiacchierate sui social in questi giorni. (Le prenotazioni per il ristorante Philipp’s sono già aperte e da giovedì si potrà gustare la pizza insieme ad altre chicche del menù dello stellato Roberto Conti). "Non ordini solo una pizza, è un’esperienza unica al mondo - assicura lo stesso Plein -. La qualità è diversa, il livello del nostro cibo è altissimo". Tre i gusti disponibili: 'Born to be unforgettable' (Dom Perignon 2015, aragosta del Mediterraneo, oro e caviale), 'Maddly in love' (Dom Perignon 2015, bresaola di Wagyu e tartufo pregiato) e 'Cant”s stop loving you' (Parmigiano 100 mesi, mozzarella, gorgonzola e tartufo pregiato).

A Milano la battaglia tra chef stellati (e non solo) si combatte a colpi di pizza venduta spesso a prezzi non esattamente convenzionali. Come il Crazy Pizza di via Varese, zona Moscova, la pizzeria gourmet di Briatore inaugurata due anni fa, generando non poche polemiche a causa dei suoi prezzi, gli stessi in tutti i ristoranti della catena, da Roma a Napoli.

La margherita viene venduta a 17 euro, la Vesuvio (mozzarella di Bufala, provola affumicata, pomodorini del Piennolo Dop, provolone del Monaco Dop e basilico) a 34 euro. Lo stesso prezzo della ‘Catalana’, ‘Bufalina’ e ‘San Daniele’ . C’è poi quella con il prosciutto Pata Negra, venduta a 68 euro, mentre per la pizza con crema al tartufo, scaglie di tartufo nero fresco e bufala si devono tirare fuori 55 euro. Non è solo pizza, è uno show, assicurano i devoti della creatura di Briatore. E in effetti durante la cena può capitare di vedere il pizzaiolo intento a far roteare in aria il disco di pasta.

C’è poi Carlo Cracco e il suo bistrot in Galleria Vittorio Emanuele II, il salotto di Milano. Fino a qualche anno fa la pizza Cracco a 25 euro era considerata uno schiaffo alla povertà ma oggi, comparata con quella dei concorrenti sopracitati, non è certamente la pizza più cara della città. Chissà cosa ne pensano i piazzaioli dei takeaway milanesi dove la margherita costa, mediamente, 6 euro.

di Tiscali FoodCulture/Adn   
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