Tiramisù: dalla guerra sulle origini del dolce italiano più amato al successo internazionale
Relativamente "giovane" ma diffuso e apprezzato in tutto il mondo. E' uno dei portabandiera della nostra gastronomia. Con una storia da romanzo

Il Tiramisù è un dolce relativamene giovane quantomeno nella forma e con il nome in cui oggi lo conosciamo ed apprezziamo. In brevissimo tempo questa specialità ha raggiunto un’enorme fama in tutto il mondo, tanto da essere annoverata tra i cibi italiani per eccellenza, vero e proprio portabandiera della nostra gastronomia. Una fama tanto improvvisa quanto inaspettata, vista l’effettiva semplicità della preparazione, che ha scatenato un confronto dai toni spesso polemici sull’attribuzione della ricetta (e dei relativi benefici).
La nascita del Tiramisù: le leggende
Del resto non esistono, o quasi, testimonianze scritte sulla sua nascita, le uniche che potrebbero fornire qualche certezza. Occorre comunque sottolineare che l’assenza di riferimenti nei libri di cucina antecedenti la seconda metà del secolo scorso è di per sè indicativa.

Non a caso l’ideazione del Tiramisù viene generalmente collocata in un periodo compreso tra gli anni 50 e gli anni 70 del Novecento. Tutte le ipotesi che propongono origini più antiche sono quindi da reputare alla stregua di semplici leggende, come quella secondo cui il dessert sarebbe stato presentato nel ‘600 a Cosimo III de' Medici con il nome di Zuppa del Duca, o quella che vuole sia stato preparato in pieno ‘800 per rinvigorire un Cavour alle prese con il governo del Regno d’Italia.

La nascita del Tiramisù: pareri contrastanti
La più celebre tra le teorie sull’invenzione del dolce è senza dubbio quella del gourmet (ed attore) Giuseppe Maffioli, fondatore della rivista enogastronomica Vin Veneto. Maffioli la faceva risalire alla fine degli anni ‘60, attribuendola al cuoco Roberto Loly Linguanotto del ristorante Le Beccherie dei compianti Alba e Aldo Campeol a Treviso. Lo stesso Linguanotto, in un’intervista, affermò di essersi ispirato allo sbatudin, nome dialettale che indica un composto (‘sbattutto’, appunto) di tuorli d’uovo e zucchero, da sempre apprezzato per le sue virtù nutritive e ricostituenti. Proprio queste virtù lo avrebbero spinto a chiamare la sua preparazione Tiramesù, poi italianizzato in Tiramisù.
Addio Ada e Aldo, "papà e mamma" del Tiramisù: leggi l'approfondimento
Nonostante un discreto numero di esperti supporti l’opinione di Maffioli, assegnando quindi la paternità della specialità al Veneto, non si possono tralasciare le numerose istanze provenienti da altre regioni, tra le quali il Piemonte, la Lombardia, l’Emilia Romagna e soprattutto il Friuli Venezia Giulia. A tal proposito occorre citare le rivendicazioni che individuano la nascita del dessert presso il ristorante Il Vetturino di Pieris (in provincia di Gorizia) o, in alternativa, presso l’Albergo Roma di Tolmezzo (in provincia di Udine), come variante del Dolce Torino di Pellegrino Artusi. Esisterebbe perfino un conto dell’albergo, risalente al 1959 che, tra le pietanze consumate, includerebbe due porzioni di Tiramisù.
Il Tiramisù Prodotto Agroalimentare Tradizionale
Nel 2017 le istituzioni hanno voluto intervenire nella diatriba, inserendo il Tiramisù nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) del Friuli Venezia Giulia: una decisione che, a onesto parere di chi scrive, pur avendo posto fine a un decennale confronto non rispecchia la natura condivisa di un’eccellenza che, travalicati i confini e i campanilismi regionali, è diventata patrimonio di un intero paese.

La Tiramisù World Cup di Treviso
Caratteristica, quest’ultima, già abbondantemente riconosciuta all’estero, come dimostra la folta rappresentanza di stranieri che ogni anno partecipa alla Tiramisù World Cup di Treviso. La manifestazione si è tenuta anche quest’anno e ha avuto come vincitori due italiani, Giuseppe Salvador e Marina Summa, rispettivamente nelle categorie Ricetta Originale e Ricetta Creativa.
Se la prima delle due prevede l’uso obbligatorio di sei ingredienti di base, ovvero savoiardi, mascarpone, uova, caffè, cacao e zucchero, lasciando ai concorrenti libertà nel metodo di preparazione, la seconda, sebbene imponga l’utilizzo di mascarpone, uova, caffè e cacao, dà la possibilità di sbizzarrirsi scegliendo tre ingredienti (è inoltre permesso l’uso di savoiardi o altri biscotti).
Le mille varianti del Tiramisù
Senza voler sminuire il gusto impareggiabile della versione classica, ciò dimostra quanto il Tiramisù si presti ad essere interpretato in mille varianti, come ad esempio il Tiramisù al Cannolo Siciliano, vincitore dell’edizione 2022, quello all’arancia, burrata e scaglie di cioccolato, quello al pepe rosa e cocco e non ultimo quello ai fichi e more. Chiaramente l’unico limite è l’immaginazione: da questo punto di vista, siamo sicuri che le prossime edizioni ci riserveranno nuove strabilianti sorprese.
Treviso, capitale del Tiramisù
Sebbene, come sopra spiegato, la paternità del dolce sia stata assegnata al Friuli Venezia Giulia, il Veneto non si è scoraggiato, facendo di tutto perchè la città di Treviso rimanga capitale morale del Tiramisù: la promozione di iniziative come la Coppa del Mondo ne è un chiaro esempio.
Il Tiramisù da Guinness
Per concludere, una ghiotta curiosità: nel 2019, a Milano, è stato preparato un Tiramisù di dimensioni ciclopiche, lungo più di 273 metri (per la precisione 273,5). Sono stati necessari 50.000 savoiardi, 500 kili di mascarpone, 60 di tuorli d’uovo, 70 di albume, 65 di cacao, 300 litri di caffè ed il lavoro di 30 pasticcieri per realizzare un ‘gigante’ che è entrato a buon diritto nel Guinness dei Primati.
