Birra al sapore di cozze: altro che pasticcio, è un capolavoro di gusto. Inventato dai detenuti
Nel carcere di Taranto nascono birre dai sapori speciali grazie al progetto "Riscattarsi con gusto" coordinato dal maestro Espedito Alfarano
Riqualificarsi ed essere pronti per l'ingresso nel mercato del lavoro una volta tornati in libertà. Il riscatto sociale è l'eterna scommessa del nostro regime carcerario e in questo ambito arriva una preziosa esperienza dal carcere di Taranto, dove Birroteca Puglia ha stabilito il suo laboratorio coinvolgendo i detenuti sotto il coordinamento del maestro birraio Espedito Alfarano. E' dal loro lavoro che è nata la birra al sapore di cozze tarantine. Speziata, al profumo e sapore di mare, è un piccolo gioiello nato dal lavoro che aveva già prodotto una birra in stile Ale belga.
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"Riscattarsi con gusto"
E' il nome del progetto che vede collaborare il birraio Alfarano con il carcere Carmelo Magli di Taranto, con i finanziamenti del ministero della Giustizia che ha destinato 50 mila euro all'allestimento del laboratorio birraio, dove oltre alla birra al sapore di cozze se ne studiano una basata sul pane raffermo e una che utilizza l'acqua di recupero della cottura delle cozze stesse.
I prossimi passi
Le invenzioni birraie di pregio di Birroteca Pugliese sono possibili anche grazie a donazioni private che hanno permesso la formazione e l'assunzione dei detenuti che si sono offerti di aderire all'iniziativa e che avevano i requisiti per farlo. Le birre prodotte nel carcere di Taranto stanno cominciando ad essere vendute in pub e birrerie e si cerca di far crescere la produzione oltre gli attuali seimila litri quando si è a pieno regime, e di rafforzare l'inserimento nel mondo del lavoro degli ex detenuti mediante collaborazione col circuito MondoBirra.
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