Bollicine: qualità altissima e scelta ricca. Da Nord a Sud, ecco tutti gli spumanti da non perdere
Le emozioni e il relax delle feste sottolineati dai brindisi con amici e persone care. Da dove partire? Qui una selezione commentata, regione per regione
Le feste di Natale e Capodanno sono da sempre l’occasione per regalarsi le emozioni uniche di uno spumante metodo classico. L’importante è scegliere un vino italiano! Non vi deluderà: le bollicine nostrane non hanno nulla da invidiare a quelle più rinomate (e costose) dei cugini francesi.
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Questione di "metodo"
Potete scegliere tra un metodo classico e un metodo Martinotti. Il metodo classico (per intenderci: è quello che viene utilizzato per la realizzazione dello Champagne) è un processo di produzione di vino spumante, che consiste nell'indurre la rifermentazione dei vini in bottiglia attraverso l'introduzione di zuccheri e lieviti selezionati (il cosiddetto liqueur de tirage). Tramite la rifermentazione avvenuta in bottiglia il vino acquisisce la tradizionale pressione, visibile sotto forma di bollicine, garantita dall'anidride carbonica prodotta dalla seconda fermentazione ("presa di spuma") che rimane intrappolata nel liquido, visto che il recipiente chiuso. Nel caso del metodo Martinotti (o Charmat) la rifermentazione in autoclave: è questo il metodo con cui viene realizzato il nostro Prosecco.
Tre segreti per bere e abbinare al meglio
Ricordate, inoltre, una regola fondamentale dell’abbinamento: lo spumante di cui stiamo parlando è secco e diventa metallico e sgradevole se accompagnato ai dolci. Se cercate questo tipo di vino da aprire soltanto a fine pasto, molto meglio puntare su un classico sempreverde: il Moscato d’Asti spumante dolce, perfetto per accompagnare pandori e panettoni.
Restando sullo spumante secco, il consiglio è quello di stappare una grande bottiglia di bollicine fin dall’inizio del pasto: sarà un’ottima compagnia per aperitivi, cruditè, fritti di pesce e di verdure, mozzarelle, burrate, formaggi teneri, primi e secondi di pesce. Gli spumanti metodo classico più importanti che hanno sostenuto una lunga sosta sui lieviti potranno perfino reggere il confronto con i piatti di carne. Ultima avvertenza. Secondo le corrette norme del servizio, il classico botto sarebbe vietato: poco elegante, specie se si mangia al ristorante. Ma a casa, si capisce, possono valere regole diverse.
Una qualità altissima
“Il livello delle bollicine italiane è veramente elevatissimo, tanto da richiedere una grande concentrazione per definire i vini top. Molti sottolineano l’incredibile aumento quantitativo che ha portato il nostro Paese a una produzione, dal primo agosto 2021 al 31 luglio 2022, di un miliardo e centoventi milioni di bottiglie, segnando un incremento di oltre il 13% rispetto allo stesso periodo a cavallo tra 2020 e 2021 (dati Icqrf). A noi piace pure evidenziare come si sia alzata l’asticella dal punto di vista qualitativo e questo non soltanto nei territori classici”. A parlare è Francesco D’Agostino, Direttore di Cucina&Vini, la rivista che ormai da 21 anni pubblica la guida Sparkle che valuta i migliori spumanti del nostro paese.
Il Nord, certo, ma non solo
Bisogna dire che, storicamente, il Nord Italia ha un indiscutibile primato nel campo delle bolle. Lombardia, Veneto e Trentino - per motivi diversi e con prodotti diversi - sono certamente il traino del settore. I dati Icqrf relativi all’ultima campagna vitivinicola, dal primo agosto 2021 al 31 luglio 2022, dicono che in Lombardia sono state prodotte 51,6 milioni di bottiglie (+6% rispetto all’anno precedente). Il ruolo più importante, sia per qualità che per quantità, lo svolge la Franciacorta (le basi classiche sono lo Chardonnay e il Pinot Nero) con una produzione di circa 20 milioni di bottiglie. Da segnalare anche la crescita e le potenzialità dell’Oltrepò Pavese, regno del Pinot Nero, che peraltro offre anche un territorio molto suggestivo per gli amanti dell’enoturismo. Il Veneto (106 milioni di bottiglie prodotte) può contare sulla ‘superpotenza’ delle bollicine che risponde al nome del Prosecco.
Viaggio fra le denominazioni
Ovviamente, bisogna distinguere tra le denominazioni, sia per qualità che per quantità. Tradizionalmente l’area del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore è quella che offre le etichette qualitativamente più importanti. Il Trento Doc (circa 13 milioni di bottiglie di spumante) è una denominazione che ogni anno segna enormi progressi qualitativi. Sempre al Nord non si può dimenticare il contributo dell’Alta Langa, una zona di eccellenza nella regione dei rossi. Da segnalare i numeri dell’Emilia Romagna, terra di vini frizzanti e spumanti (20 milioni di bottiglie, dove la parte del leone è riservata ovviamente al Lambrusco), perfetti per accompagnare la grassa cucina locale.
Le "nicchie" preziose
Per quanto riguarda il resto d’Italia i numeri complessivi sono certamente inferiori. Ma non bisogna affatto sottovalutare numero realtà di nicchia, capaci di offrire dei piccoli gioielli della spumantistica, spesso espressione dei vitigni autoctoni. Nelle Marche, il Verdicchio, vitigno splendido e versatile, raggiunge ottimi risultati anche quando viene realizzato come bolla. Allo stesso modo, meritano una segnalazione la Vernaccia di Serrapetrona e la Ribona dei Colli Maceratesi. Nel Lazio merita una segnalazione il Bellone, per la sua dotazione di acidità. In Puglia si distingue il fenomeno D’Araprì, azienda completamente dedicata alla produzione di spumanti con vitigni autoctoni della provincia di Foggia. Da segnalare infine, il grande sviluppo dell’Etna anche sotto il profilo del metodo classico, a base di Nerello Mascalese, ma, in prospettiva, anche di Carricante.
Ed ecco finalmente una lista di proposte indimenticabili per le feste
Piemonte
Ettore Germano, Alta Langa Riserva Blanc de Noirs Pas Dosé 2015
La Scolca, Soldati La Scolca D’Antan Brut 2010
La Scolca, Soldati La Scolca D’Antan Rosé Brut 2010
Lombardia
Alessio Brandolini, I GER Pas Dosé 2016
Barone Pizzini, Franciacorta Riserva Bagnadore Dosaggio Zero 2014
Conte Vistarino, Oltrepò Pavese Metodo Classico Pinot Nero Saignée della Rocca Rosé Extra Brut
Bonfadini, Franciacorta Veritas Brut Nature
Ca’ del Bosco, Franciacorta Riserva Cuvée Annamaria Clementi Dosage Zéro 2013
Mosnel, Franciacorta Parosé 2016
Tommasi, 470 Pinot Nero Metodo Classico Tenuta di Caseo
Uberti, Franciacorta Magnificentia Satèn 2018
Trentino
Cantina Toblino, Trento Riserva Vent Extra Brut 2015
Letrari, Trento Riserva del Fondatore 976 Brut 2011
Moser, Trento Blanc de Noirs Extra Brut 2015
Alto Adige
Cantina Kurtatsch, Alto Adige Riserva 600 Blanc de Blancs Pas Dosé 2016
Veneto
Adami, Valdobbiadene Rive di Colbertaldo Vigneto Giardino Asciutto 2021
Bellenda, Radicale Metodo Classico Ancestrale
Col Vetoraz, Valdobbiadene Cuvée 13 Extra Dry 2021
Gianni Tessari, Lessini Durello Riserva Dosaggio Zero
La Cantina Pizzolato, Spumante Metodo Classico Brut Nature Vegan
Le Colture, Valdobbiadene Spumante superiore di Cartizze
Roeno, Amè Rosé Spumante Bardolino Chiaretto Doc
Friuli Venezia Giulia
Gradis’ciutta, Sinefinis Rebolium Brut Ribolla Gialla
Emilia Romagna
Cantina Settecani, Settimo Cielo Metodo Classico Lambrusco Grasparossa di Castelvetro
VentiVenti, Lambrusco Salamino di Santa Croce Metodo Classico Brut 2019
Marche
Moncaro, Verdicchio Madreperla Brut 2017
Quacquarini, Vernaccia di Serrapetrona Docg
Sant’Isidoro, Colli Maceratesi Doc Ribona Spumante Metodo Classico
Velenosi, Gran Cuvée Gold Brut 2011
Umbria
La Palazzola-Grilli, Collezione Riesling Brut 2005
Terre de la Custodia, Gladius Spumante Metodo classico Brut
Lazio
Marco Carpineti, Kius Rosato Extra Brut 2018
Vigne del Patrimonio, Alaenne Brut
Puglia
D’Araprì, Daunia Bombino Bianco RN Brut 2018
Campania
La Guardiense, Falanghina del Sannio Janare Cinquantenario Brut 2017
San Salvatore 1988, Gioì Rosé Brut 2019
Sicilia
Cantine Nicosia, Sosta Tre Santi Etna Rosato Brut Metodo Classico
Murgo, Spumante VSQ Metodo Classico Brut Rosè
Tenute Mannino, Metodo Classico Etna Doc Spumante Brut Caterina di Plachi
Calabria
Librandi, Almaneti Spumante Brut Bianco Metodo Classico