BomBeer: perché la birra di Bobo Vieri va male e accumula mezzo milione di debiti
L'ex grande attaccante nel tempo ha diversificato i suoi affari ed è entrato nel mondo degli alcolici fermentati. Quattro anni di calvario: i numeri

Quattro anni di esistenza, quasi cinque, e per la birra lager prodotta per il suo marchio da Castello SpA e trasformata in BomBeer da Christian Vieri i conti sono in rosso. L'ultimo bilancio di questa impresa del grande ex attaccante che ha diversificato i suoi affari debuttanto anche nel mondo del drink & beverage, lo pubblica Affari Italiani e non è un bel vedere. Un crollo di 100mila euro nei ricavi (a quota 405mila euro a fine 2023) e un utile di 1.400 euro.
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La liquidità e i debiti della birra di Bobo
BomBeer, secondo l'ultimo bilancio reso pubblico, ha liquidità per 124mila euro e un patrimonio di 53mila. Ma deve vedersela con un rosso da 500mila euro. Eppure costa mai meno di 32 euro la bottiglia nelle sue varie versioni "personalizzate" (anche a seconda della squadra per cui si tifa) e qualche anno fa una linea di BomBeer era entrata in vendita negli scaffali dei discount. Insomma, il Bobo birraiolo non va. Non è certo il primo né l'ultimo caso di celebrità che produce vino, birra o drink più o meno alcolici (dalla gemella dell'attrice Eva Green che le fa da testimonial al gin di Brad Pitt, fino alle tenute da vino di Natalie Olivaros, ex attrice hard che produce e vende con buon esito, senza dimenticare ai vini di Leo Messi). Ma qui le cose vanno male. La BomBeer è una birra chiara beverina, una lager a bassa fermentazione studiata apposta per il grande pubblico. Che però fin qui non l'ha mai amata.