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Storia di un gigante: Brunello di Montalcino fra i migliori 100 vini del mondo. Due secoli d'eccellenza

La prestigiosa classifica di Wine Spectator mette al secondo posto su cento la Riserva 2016 di Fattoria dei Barbi. E le annate fino al 2018? Eccole recensite

Vittorio Ferladi Vittorio Ferla   
Tour fra gli assaggi di un'eccellenza mondiale (Foto V. F.)
Tour fra gli assaggi di un'eccellenza mondiale (Foto V. F.)

Il Brunello di Montalcino Riserva 2016 della Fattoria dei Barbi conquista il secondo posto della Top 100 2022 di Wine Spectator, la classifica dei cento migliori vini del mondo, stilata ogni anno dalla rivista americana di settore più influente del pianeta. Con questo riconoscimento la celebre denominazione toscana bissa la conquista del podio di due anni fa e si conferma come uno dei territori chiave per l’affermazione del vino italiano sui mercati internazionali. “Il secondo posto del 2022 su Wine Spectator è un onore per la Fattoria dei Barbi, e un riconoscimento della grandezza di tutti i viticoltori Montalcino”, commenta Stefano Cinelli Colombini, alla guida dell’azienda di famiglia, fondata nel 1790.

Duecento anni ai massimi livelli

In due secoli di storia, l’azienda ha visto nascere il mito del Brunello e ha contribuito allo sviluppo di uno dei territori vitivinicoli più conosciuti al mondo. Prima cantina d’Italia ad aprire le porte ai visitatori nel 1949, la Fattoria dei Barbi mette insieme un’offerta che unisce vino, gastronomia e cultura, grazie alla Taverna dei Barbi, al Caseificio dei Barbi e al Museo della Comunità di Montalcino e del Brunello, dedicato alla storia del celebre borgo toscano e di tutti i personaggi che ne hanno costruito la fama. “Siamo doppiamente contenti di questo riconoscimento perché va a una delle aziende fondatrici del Consorzio, Fattoria dei Barbi, che ha fatto la storia del Brunello di Montalcino. Non finiremo mai di ringraziare la famiglia Cinelli Colombini, a partire da Stefano, da sempre impegnato nel tenere viva la memoria e la tradizione di una denominazione che negli anni è diventata un simbolo dell’enologia mondiale”, dichiara Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino.

I segreti di un vino irripetibile

Il Brunello di Montalcino Docg Riserva 2016 di Fattoria dei Barbi proviene da una selezione tra le migliori botti ed è prodotto solo nelle vendemmie che lo rendono possibile. L’invecchiamento è di cinque anni (tre in botte), mentre l’affinamento in bottiglia è di almeno sei mesi. La storia dell’etichetta premiata risale al 1970, quando Annamaria Lepore, la più giovane dei tre eredi del Caffè Ferrara - il più antico negozio italiano in America al 195 Grand Street a Little Italy - inizia ad importare vini italiani di qualità. Interessata al Brunello Riserva della Fattoria dei Barbi, insiste per cambiare il colore di sfondo dell’etichetta con un rosso acceso, che secondo lei avrebbe aiutato le vendite e sarebbe piaciuto anche ai cinesi. Da allora la veste grafica del vino è rimasta la stessa anche per tutti gli altri mercati.

Amato in tutto il mondo

Ma il Brunello non è solo storia e tradizione. Il report annuale di Wine Intelligence conferma la denominazione di Montalcino campione per notorietà in Italia, conosciuta da due consumatori su tre. Nonostante la superficie vitata sia modesta - pari allo 0,3% del vigneto Italia - il re indiscusso dei rossi toscani si posiziona in testa alla classifica delle denominazioni più celebri, superando colossi come il Chianti Docg, il Prosecco, il Chianti Classico e il Montepulciano d’Abruzzo. Apprezzato ugualmente da maschi e femmine, il Brunello intercetta consumatori big spender e maturi, sia sotto il profilo anagrafico (il 30% sono younger boomers tra i 55 e i 64 anni) che delle competenze. Tra coloro che lo conoscono registra un tasso di conversione all’acquisto del 20% (in crescita sullo scorso anno), che si riscontra principalmente al Centro (29%) e al Sud (29%).

Nove giorni di degustazioni

Sono 137 le cantine coinvolte nelle nove giornate di degustazioni dell’ultima edizione di Benvenuto Brunello, svolta a Montalcino nel novembre scorso. A battesimo il millesimo 2018, il Brunello Riserva 2017 e il Rosso di Montalcino 2021. Tra le referenze anche gli altri due vini della denominazione: Moscadello e Sant’Antimo. L’annata 2018 non ripete i fasti del 2016, considerata a cinque stelle, una delle migliori in assoluto, ma offre comunque grandi soddisfazioni. Inoltre, è molto diversa dalla 2017, un’annata sicuramente complessa sul piano agronomico, a causa del caldo estremo e della siccità che hanno messo a dura prova i produttori. Per questi motivi i vini del 2017 mostravano una certa ruvidezza dovuta al mix di tannini assai grintosi e di spiccata acidità. Si trattava di vini gastronomici, da abbinamento più che da meditazione, probabilmente destinati a migliorare e a raggiungere equilibrio e pienezza con un po’ di riposo in bottiglia e di invecchiamento.

E la 2018? L’annata molto piovosa ha creato ostacoli alla piena maturazione delle uve. I vini degustati nel corso della manifestazione sono segnati da immediatezza e piacevolezza di beva: mancano le asperità eccessive tipiche dei tannini del Sangiovese, l’uva da cui origina il Brunello, a vantaggio di una certa facilità di approccio che potrebbe avvicinare il gusto moderno dei consumatori. In sostanza, la sensazione è che siamo di fronte a un annata che, grazie al sorso gustoso e a una limitata persistenza, esalta un carattere meno austero e un consumo immediato, senza richiedere prolungate soste in cantina in cerca di equilibrio. Ovviamente però, solo il tempo, per definizione amico del Sangiovese, vino che si esalta nell’evoluzione, potrà spiegarci meglio la personalità di questa annata 2018.

I migliori assaggi di Benvenuto Brunello 2022

Benvenuto Brunello 2022 è stata l’occasione per testare centinaia di vini, tra ‘Annata’ 2018 e ‘Riserva’ 2017. Parliamo di una denominazione straordinaria, nella quale è praticamente impossibile registrare vini insufficienti o, peggio, ‘sbagliati’. Ecco perché qui, in un ipotetico medagliere, suggeriamo soltanto un sintetico elenco di cantine ed etichette: queste raggiungono l’apice, ma ciò non esclude la media comunque elevata di tutte le altre.

Brunello di Montalcino 2018

Oro

Sesti, Poggio di Sotto, Pietroso, Gorelli, Ciacci Piccolomini, Cortonesi, Elia Palazzesi

Argento

Talenti, Voliero, Uccelliera, Tassi, Salicutti, Salvioni, Renieri, Mastrojanni, Fornacina, Camigliano, Cerbaia, Donatella Cinelli Colombini, Fanti, Fossacolle, Franco Pacenti, Corte dei Venti, Col di Lamo, Casanova di Neri, Le Chiuse, Patrizia Cencioni, Tenuta San Giorgio

Brunello di Montalcino 2018 Singola Vigna

Oro

Caparzo La Casa, Castiglion del Bosco Campo del Drago, Ciacci Piccolomini Pianrosso, Lisini Ugolaia, Sassodiluna di Sassodisole, Mastrojanni Vigna Loreto

Argento

La Casaccia e Montosoli di Canalicchio di Sopra, Fattoria dei Barbi Vigna del Fiore, Corte Pavone Campo Marzio, San Polino Helycrisum, San Polo Vignavecchia

Brunello di Montalcino Riserva 2017

San Polino, Molino al Vento e Anemone al Sole di Corte Pavone, Tenuta di Sesta, Tenuta la Fuga, Casisano Colombaiolo

Vittorio Ferladi Vittorio Ferla   
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