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Chianti Rufina, un fazzoletto di territorio gioiello fra vini, sapori e bellezze naturali da scoprire. Le tappe

A soli 20 chilomentri da Firenze, a partire da Pontassieve, c'è la terra che Cosimo de' Medici delimitò nel Settecento. Cosa vedere e assaggiare

Francesco Saverio Russodi Francesco Saverio Russo   
Foto dal sito Chiantirufina.it
Foto dal sito Chiantirufina.it

C’è una regione vitivinicola in Toscana che sta vivendo un momento di fervore non trascurabile ma che è ancora parzialmente limitata da pregiudizi, deviazioni semantiche e una comunicazione fuorviante che ne hanno ostacolato, per anni, non tanto l'eccellenza produttiva quanto la capacità di presentarsi al mondo per ciò che è, nella consapevolezza di essere compresa. Parlo della Rufina, piccolo territorio in cui storia, vocazione, famiglia, dedizione, biodiversità e laboriosità si mescolano da secoli per creare vini classici e, oggi più che mai, contemporanei. Questa contemporaneità non si scontra con la storia del Chianti Rufina, storia condivisa con poche altre regioni vinicole, che può vantare una testimonianza certa della sua vocazione nel Bando di Cosimo Terzo de’ Medici del 1716, che delimitò i confini della regione vinicola: Chianti (ora Chianti Classico), Pomino (ora Chianti Rufina e Pomino), Carmignano e Valdarno di Sopra. Questo decreto sancì che il terreno fertile e il clima temperato di questa zona fossero ideali per la coltivazione delle varietà tipiche, al fine di produrre vini di qualità. Nel corso dei secoli, questa regione ha subito diversi cambiamenti, ma è nel 1932 che, grazie a un decreto ministeriale, sono stati definiti i confini attuali e sono state create le sottozone, tra cui quella della Rufina.

Folla a Pontassieve (da Chiantirufina.it)

Alla scoperta del territorio

Il Chianti Rufina si trova a soli 20 chilometri da Firenze, sul versante medio della Sieve, tra i comuni di Pontassieve, Rufina, Londa, Pelago e Dicomano. Questa zona è caratterizzata da ampie escursioni termiche tra il giorno e la notte, creando un clima ideale per la viticoltura. Le altitudini variano da 200 metri s.l.m. fino a 700 metri s.l.m. In base alla classificazione di Koeppen (rivisitata da Pinna per l’Italia), l’area del Chianti Rufina è caratterizzata da un clima temperato sublitoraneo, con temperature medie annue tra 10 e 14,4°C, un mese più freddo con medie tra 4 e 5,9°C, tre mesi estivi con medie superiori a 20°C e un’escursione termica annua di 16-19°C. Inoltre, l’area presenta un mesoclima appenninico interno, tipico della zona montuosa con clima mediterraneo. All'interno di questo mesoclima, ci sono microclimi e varie condizioni climatiche che influenzano i vini prodotti, con una gamma che va da vini più concentrati e complessi a quelli più freschi e agili.

Foto da Chiantirufina.it

Come si migliora la Natura

La pedologia è stata studiata approfonditamente da un’indagine zonale condotta dal Prof. Scienza, utile ai produttori per prendere decisioni migliori riguardo alla coltivazione dei vigneti. Il Sangiovese è la varietà predominante, ma sarebbe più corretto parlare di Sangiovesi, considerando la varietà di cloni, biotipi ed ecotipi presenti sul territorio. Un accurato lavoro di ripristino dei vigneti locali ha portato alla creazione di impianti ben studiati, con scelte ponderate riguardo ai portinnesti, alle varietà genetiche (preservando, quando possibile, il materiale proveniente dai vecchi vigneti attraverso la selezione massale), agli intervalli di piantagione, alle potature e all'approccio agronomico, il che ha permesso un miglior equilibrio e una prospettiva più concreta e razionale della viticoltura del Chianti Rufina. Comprendendo la necessità di associare la menzione Terraelectae al Sangiovese puro, non sarebbe sbagliato promuovere l'uvaggio classico del territorio, valorizzando quei pochi vecchi vigneti che rimangono e che raccontano chiaramente la complementarità varietale.

Il meglio di una selezione

La menzione "vigna" (e quindi la varietà disponibile per la singola identità zonale) rimane il concetto chiave del progetto Terraelectae. Questo marchio collettivo volontario mira a evidenziare, attraverso le singole peculiarità micro-zonali, sia la complessità del Chianti Rufina, sia i comuni elementi distintivi e la vocazione diffusa del territorio. Per questo, ogni azienda ha selezionato il proprio vigneto più rappresentativo, piantato esclusivamente a Sangiovese. Questi vini sono vinificati seguendo regole uniformi e sono dotati del marchio Terraelectae, che rappresenta un passo ulteriore rispetto alla tipologia Riserva (tutti i vini saranno, comunque, Riserva) e alla menzione Vigna. Questi vini devono rispettare determinati standard di produzione e devono riportare in etichetta la menzione Vigna o Vigneto. Questo progetto ha richiesto molto lavoro da parte del Consorzio ma ha permesso di agire rapidamente in quanto non ha modificato il disciplinare esistente, ma lo ha utilizzato come base per raggiungere standard qualitativi e di percezione più elevati.

Le strategie di affinamento

Questo progetto non solo mira a valorizzare la Rufina, ma anche a innalzare il prezzo medio di tutti i vini prodotti nella regione, che attualmente non gratifica i produttori e non rispecchia la vocazione del territorio. Questo nuovo approccio non si basa solo sulla storia e sulla tradizione, ma tiene conto delle peculiarità che rendono queste terre adatte a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici in corso sia dal punto di vista agronomico che enologico. I vini Chianti Rufina rappresentano in modo naturale e autentico i canoni del vino contemporaneo, con caratteristiche come gradazioni alcoliche più contenute, maggiore freschezza e bevibilità, ma con vigore e persistenza del gusto. È evidente che le mie osservazioni sono di carattere generale e che durante le degustazioni emergono differenze interpretative significative, con alcuni vini che privilegiano la concentrazione e la profondità, mentre altri puntano sulla raffinatezza e la dinamicità, pur mantenendo tutti un comune spirito di eleganza che va oltre le preferenze stilistiche. Certamente, l'eleganza può essere ottenuta con cura, sensibilità e raffinatezza dall'origine del vino fino alla sua imbottigliamento. Tuttavia, ritengo che in questo momento di avvio del nuovo progetto e di una chiara evoluzione dell'intera denominazione, sia costruttivo avere la possibilità di esplorare diverse prospettive stilistiche, in attesa di una possibile e auspicabile convergenza.

Foto da Chiantirufina.it

Le attività attorno alla vigna

Fondamentale per la crescita del territorio sarà l'enoturismo, implementato da molte realtà che dispongono di strutture stupende, dalla storia antica, tra le dolci colline toscane, il tutto a soli 20 chilometri da Firenze. Un luogo che incarna l'essenza della tradizione vitivinicola toscana, offrendo al visitatore un viaggio indimenticabile nel mondo del vino, del cibo e della cultura locale. Le potenzialità enoturistiche del Chianti Rufina sono vastissime e coinvolgenti, offrendo una gamma di attività e attrazioni per soddisfare ogni tipo di viaggiatore, con storia, arte ed enogastronomia a intersecarsi continuamente lungo tutto il cammino.

Il meglio dell'outdoor

Per coloro che amano la natura e il paesaggio, il Chianti Rufina offre splendide passeggiate tra i vigneti e i boschi circostanti, con panorami mozzafiato che si aprono su colline verdeggianti e rigogliosi uliveti. Ideale sarebbe muoversi in bicicletta al fine di esplorare la campagna toscana in modo attivo e coinvolgente. L'enoturismo nel Chianti Rufina, però, non si limita solo alla degustazione del vino e alle passeggiate tra i vigneti. La regione offre anche una vasta gamma di esperienze culinarie, con ristoranti e trattorie che servono autentici piatti toscani preparati con ingredienti locali e accompagnati dai pregiati vini della zona. Dalle classiche ribollite e pappardelle al cinghiale, alle prelibatezze a base di formaggi pecorini e salumi artigianali, i visitatori possono assaporare il meglio della cucina toscana in un'atmosfera accogliente e autentica. Inoltre, il Chianti Rufina è ricco di borghi medievali che punteggiano il paesaggio.

Francesco Saverio Russodi Francesco Saverio Russo   
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