Quando gli inglesi scoprirono l'antico Marsala, molto più di un vino. Che oggi guida un nuovo turismo
Dai Greci a Woodhouse e Ingham, questa specialità siciliana si è costantemente rinnovata pur conservando le radici antichissime. I tipi, gli abbinamenti gastronomici

Il Marsala, uno dei vini più iconici e storici dell’enografia italiana, nasce nella calda e ventosa Sicilia occidentale, tra le saline, i vigneti e le onde del Mediterraneo che lambiscono la città di Marsala. Questo vino, dal carattere unico e dalla lunga storia, è il simbolo di un territorio che ha saputo custodire la propria identità, affrontare momenti di crisi e intraprendere un percorso di rinascita, ponendosi oggi come uno dei grandi vini italiani del futuro.
Le origini del Marsala
La storia del Marsala inizia nel XVIII secolo, quando il commerciante inglese John Woodhouse, arrivato a Marsala nel 1773, scoprì il vino locale e lo trovò simile ai fortificati spagnoli e portoghesi che stavano spopolando in Inghilterra. Decise così di arricchirlo con acquavite, rendendolo più stabile per il trasporto, e di esportarlo oltremanica, dove riscosse immediato successo. Nei decenni successivi, altri imprenditori inglesi, come Benjamin Ingham e Joseph Whitaker, consolidarono questa tradizione, trasformando il Marsala in un prodotto di fama internazionale. Tuttavia, le radici del Marsala affondano molto più indietro nel tempo: già i Fenici, seguiti dai Greci e dai Romani, avevano valorizzato il potenziale vitivinicolo di queste terre.
Il Territorio
La zona di produzione del Marsala si estende nella Sicilia occidentale, un territorio caratterizzato da condizioni pedoclimatiche ideali per la viticoltura: suoli calcarei e sabbiosi che favoriscono la mineralità e la freschezza delle uve, un clima caldo e ventilato, con estati lunghe e secche e brezze marine che mantengono le uve sane. I vignaioli allevano vigneti ad alberello e impianti più moderni a controspalliera, lottando con la forza del vento e all’intensità del sole locali. Questi fattori rendono il territorio del Marsala unico, conferendo ai vini una complessità aromatica e una straordinaria capacità di invecchiamento.

La "fascia del sole"
Nello specifico Marsala si trova nel cuore della “fascia del sole”, tra i 32° e i 41° di latitudine nord, una zona privilegiata per i grandi vini liquorosi, come Madeira e Porto. Qui, sole, mare e terra creano un equilibrio perfetto, dando origine a un’area straordinariamente vocata alla viticoltura. Marsala è una città simbolo del vino, crocevia di storia, cultura e natura, affacciata su due mari: il blu del Mediterraneo, con le Egadi e l’antica Mozia, e il verde rigoglioso dei vigneti che si estendono dalla costa all’entroterra. Questo scenario unico è reso ancora più affascinante dalle saline dello Stagnone, un ecosistema ricco di biodiversità e fascino che contribuisce alla vocazione vitivinicola del territorio. Le pianure e le dolci colline di Marsala, con i loro suoli fertili e il clima caldo e ventilato, rappresentano da sempre un terroir ideale per la coltivazione della vite. Questa terra vanta una tradizione vinicola millenaria, arricchita dai contatti con culture e commerci che nei secoli hanno attraversato questi luoghi. Non a caso, la provincia di Trapani è la più vitata d’Italia.
Il Disciplinare di Produzione del Marsala Il disciplinare di produzione del Marsala è rigoroso e definisce le caratteristiche che il vino deve avere per ottenere la Denominazione di Origine Controllata (DOC). Le principali classificazioni si basano su diversi criteri:
Classificazione in base alla "Concia"
- Marsala Vergine: ottenuto senza aggiunta di mosto cotto o mistella, solo alcol etilico di origine vinica.
- Marsala Fine e Superiore: addizionato con alcol, mosto cotto e mistella.
Classificazione in base al Colore
- Oro: da uve bianche senza aggiunta di mosto cotto.
- Ambra: da uve bianche con aggiunta di mosto cotto.
- Rubino: da uve rosse come Nero d'Avola e Nerello Mascalese.
Classificazione in base al Grado Zuccherino
- Secco: zuccheri residui inferiori a 40 g/l.
- Semisecco: zuccheri residui tra 40 e 100 g/l.
- Dolce: zuccheri residui superiori a 100 g/l.
Classificazione in base al Tempo di Invecchiamento
- Marsala Fine: affinamento minimo di 1 anno.
- Marsala Superiore: affinamento minimo di 2 anni.
- Marsala Superiore Riserva: affinamento minimo di 4 anni.
- Marsala Vergine: affinamento minimo di 5 anni.
- Marsala Vergine Riserva: affinamento minimo di 10 anni, spesso con metodo "Soleras".
Denominazioni Storiche
- P. (Italia Particular): per il Marsala "Fine".
- O.M. (Superior Old Marsala): Marsala Superiore Secco.
- D. (Garibaldi Dolce): Marsala Superiore Dolce.
Principali Uve Utilizzate
- Bianche: Grillo, Inzolia, Catarratto, Damaschino (per Oro e Ambra).
- Rosse: Nero d'Avola, Nerello Mascalese (per Rubino).
Consigli Enoturistici
Per vivere appieno la magia del Marsala, si consiglia di visitare le storiche cantine della città, dove è possibile degustare le diverse tipologie di Marsala direttamente dalle botti. Imperdibili sono le passeggiate al tramonto lungo le saline dello Stagnone e le escursioni all’isola di Mozia. I tour guidati nelle vigne locali offrono un’esperienza autentica, con racconti sulla tradizione vitivinicola e degustazioni abbinate a prodotti tipici del territorio.
Abbinamenti Cibo-Vino
- Marsala Secco: perfetto con formaggi stagionati, crostacei e piatti a base di pesce affumicato.
- Marsala Semisecco: ideale con foie gras, formaggi erborinati e piatti agrodolci.
- Marsala Dolce: delizioso con dolci alla mandorla, cannoli siciliani e cioccolato fondente.
- Marsala Vergine Riserva: eccellente con carne speziata o da meditazione.
Se ben comprese, quindi, le varie tipologie di Marsala offrono uno spettro di abbinamenti potenzialmente infinito, dando ai Sommelier e agli appassionati la possibilità di stupire con accostamenti non comuni in grado di appagare palato e curiosità.
Il futuro del Marsala
Se questo è ciò che conosciamo del Marsala, ciò che sta accadendo negli ultimi anni è un vero e proprio rinnovamento, che vede coinvolti molti produttori locali nel voler valorizzare il territorio e le sue eccellenze attraverso una maggior consapevolezza di quello che può e deve essere la percezione di questo straordinario vino fortificato.
Il Marsala, con la sua lunga storia e la capacità di rinnovarsi, oggi è molto più di un vino: è un’espressione autentica della Sicilia, della sua cultura e della sua inesauribile voglia di rinascita. Grazie a interpretazioni tanto storiche quanto contemporanee come il Pre-British e i bianchi secchi freschi, il Marsala è pronto a riaffermarsi tra i grandi vini italiani, conquistando i palati degli appassionati di tutto il mondo e continuando a raccontare una storia di eccellenza, passione e legame con il territorio. L’auspicio è di trovarlo sempre più spesso proposto in abbinamento al calice e che le future revisioni del disciplinare possano portare maggiore chiarezza, riducendo la confusione attuale. È fondamentale valorizzare alcune tipologie del Marsala, senza però trascurare ciò che oggi garantisce volumi e risultati commerciali, ma distinguendo con attenzione e offrendo strumenti utili a operatori e consumatori per comprendere meglio le diverse espressioni di questo vino.
