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Prosecco in lattina: da Paris Hilton testimonial seminuda a Zaia, è guerra alla "pratica sleale"

Aveva cominciato 14 anni fa un'azienda tedesca con l'immagine dell'ereditiera sexy. Ora il nuovo lancio, italiano, la denuncia e la resistenza dei politici veneti

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Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, e Paris Hilton, prima testimonial del prosecco in lattina (Foto Shutterstock e Rich Ag)
Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, e Paris Hilton, prima testimonial del prosecco in lattina (Foto Shutterstock e Rich Ag)

Una bestemmia enologica per i puristi. Molto più realisticamente, norme alla mano, contro la commercializzazione di prosecco in lattina è intervenuto con forza Tommaso Razzolini, consigliere regionale di Fratelli d'Italia in Veneto e già consigliere comunale in quota di maggioranza a Valdobbiadene. Cuore dell'uva glera e del suo prodotto d'eccellenza apprezzato in tutto il mondo, dato che dire Prosecco è come dire Armani o Ferrari. Così Razzolini di fronte alla scoperta che un marchio di vinificazione locale ha cominciato a vendere le pregiate bollicine nelle lattine: "Immagine e qualità del vino italiano, tra cui il Prosecco, sono incompatibili con questo tipo di confezione. Ho provveduto nelle scorse settimane a segnalare alle autorità competenti, attraverso il Consorzio di tutela della denominazione Conegliano Valdobbiadene Docg, la strumentalizzazione a fini pubblicitari da parte di un’azienda che produce un vino da uve glera confezionato in lattina millantando di offrire al consumatore un nuovo modo di gustare il Prosecco".

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Prosecco contro Prosek: "Distruggerà il prodotto italiano". L'approfondimento

La guerra cominciata 14 anni fa con Paris Hilton testimonial

Atterrò anche in Veneto, portata in elicottero, molto glamour, rigorosamente muta e attentissima a fare quello che il contratto con la Rich Prosecco gli chiedeva di fare: posare e farsi fotografare col prodotto in mano. Fece molto discutere nel 2006 la decisione dell'azienda con sede in Baviera Rich Ag di lanciare in tutto il mondo quel prosecco, appoggiandosi all'immagine molto sexy, scandalosa (era diventata famosa con il suo sex tape) e miliardaria di Paris Hilton. Già allora la protesta istituzionale fu immediata, portando ad una maldestra correzione commerciale in corsa. Il Rich Prosecco diventò Rich Secco, in seguito dall'Est è arrivato il Prosek a insidiare le bollicine italiane (lo abbiamo raccontato qui). Ma stavolta il "nemico" è del terriorio, italiano, vende prosecco in lattina e utilizza nelle immagini pubblicitarie le colline di Conegliano. 

Cosa dice il disciplinare e la reazione di Luca Zaia

Il consigliere veneto Razzolini ribadisce quel che viene stabilito dal testo del disciplinare Consorzi Doc e Docg il Prosecco, in particolare all'articolo 8: "Il vino a denominazione di origine controllata Prosecco deve essere immesso al consumo solo nelle tradizionali bottiglie di vetro chiuse con tappo raso bocca". Questa è la regola, e fin qui non si scappa, ecco perché Razzolini parla di "pratica commerciale sleale e scorretta". Interpellato sul caso, il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha messo un punto fermo sul presente ma fatto una realistica riflessione sul futuro, intervistato da Antenna Tre: "Non si tratta di demonizzare una cosa che può essere innovativa, un'ulteriore frontiera in tutto il mondo, ma c'è un disciplinare da rispettare, quando i produttori decideranno di aprire ad altre confezioni se ne parlerà. Al momento è così, se siamo arrivati a un miliardo di bottiglie vendute in tutto il mondo un motivo ci sarà". 

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