Amica Chips, Pata e il mercato "drogato": i marchi sotto indagine, ispezioni della Finanza
L'Antitrust mette nel mirino i due produttori per un accordo ammazza-concorrenza che avrebbe influito sui prezzi nazionali. Qui i fatti, spiegati
Sono due fra i più apprezzati e diffusi marchi di patatine fritte in busta in Italia. Per questo ha larga risonanza la notizia dell'apertura di un'indagine che coinvolge Amica Chips e Pata Snack. E stavola Rocco Siffredi con quello spot che fece tanto scandalo non c'entrano nulla. Si è mosso l'Antitrust, Autorità garante della concorrenza che vuole vederci chiaro su un presunto accordo fra i due marchi per "drogare" il mercato, in modo scorretto.
L'accusa
Secondo l'esposto dell'Antitrust, i due marchi di chips si sarebbero messi d'accordo per fissare un tetto ai prezzi finali, mettere fuori mercato i concorrenti e produrre a marchio privato su committenza delle catene Gdo. Se questo fosse accertato, sarebbe una grave violazione della libera concorrenza, così da "far fuori" gli altri marchi e spartirsi la clientela nazionale. Su questo caso è intervenuto anche il Nucleo speciale della Guardia di Finanza che ha effettuato ispezioni nelle maggiori sedi di Pata e Amica Chips, e di un loro partner. L'indagine, tuttora in corso, è partita da un whistleblower, cioè un informatore tenuto nell'anonimato che ha allertato l'Authority e quindi le forze dell'ordine. Si attendono sviluppi.
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