Cibi iper palatabili: più ne mangi più ne vuoi e più fanno male. Quali sono e come individuarli
Nuovi studi alimentari a campione precisano e ampiano la categoria degli ultra processati arrivando a questa nuova definizione. Di quali si tratta

Il palato ce l'abbiamo tutti e chiunque ama sentire il gusto dei propri cibi preferiti. Ma quando si parla di iper palatabili non ci riferiamo semplicemente a tipi di cibo che si prediligono su altri. Parliamo di un progetto di sapore che conquista, spinge a replicare l'alimentarsi di quei cibi, genera forme di dipendenza e in questa "ruota" fa danni importanti. E' una categoria ampia che viene studiata in modo sempre più preciso e stringente, perché è prodotta con lavorazioni particolarmente raffinate che finiscono per "drogare" i recettori del gusto, quindi il cervello e condizionare l'apparato digerente. L'esito è pericoloso. Vediamo perché.
Lo studio sugli "iper-palatabili"
Avevamo già scritto qui sui prodotti alimentari ultra processati, sui danni che fanno innescando infiammazioni al cervello e all'apparato digerente, e sulle recenti ipotesti sulla loro responsabilità per l'insorgere di forme di demenza. Non a caso sono alimenti molto saporiti, gustosi, che provocano l'impulso a mangiarne ancora e sempre di più, che generano il meccanismo chimico e psicologico del senso di ricompensa. E che tendono quindi a dare dipendenza. Questa categoria viene meglio precisata con la dicitura iper palatabili, come riportato dallo studio pubblicato da Nature (interamente disponibile qui) che riprende e aggiorna quanto già evidenziato dalla rivista Obesity (vedi qui) sul tema. Non solo alcuni di questi alimenti, particolarmente saporiti, zuccherati ma proposti come snack per uno spuntino salutare o per una colazione "veg" sono tutt'altro che sani. Ma di fatto portano all'aumento di peso, di colestrolo e glicemia, in un doppio inganno. Riassumendo: che si mangino cibi ultra processati o meno, gli iper palatabili riguardano una categoria più ampia e subdola e possono interferire in modo negativo perfino con diete a basso tasso di grassi o caboidrati. Ma quindi di quali cibi parliamo esattamente?
A cosa stare attenti
I cibi iper palatabili inizialmente erano ristretti ad esempio a pizze industriali, dolci molto processati e a prodotti che contengono concentrazioni di grassi trans o saturi, sodio, oli idrogenati, amidi modificati, proteine idrolizzate, carne cotta con la tecnica dell'estrusione, mescolati a edulcoranti e altri potenziatori del sapore. Non sono solo le "schifezze", il cosiddetto junk food a contenere questi ingredienti, ma talvolta anche cibi proposti come salutari e "alternativi" il cui gusto viene reso più appetibile con insaporitori artificiali. Massima attenzione, quindi, alla loro composizione (ad esempio, nei cereali integrali con glasse ed altri esaltatori di sapidità o in alcuni yogurt bianchi "al sapore di"). Gli iper palatabili provocano questo effetto: più ne mangi più ne vuoi ancora, e ne diventi dipendente mentre danneggiano il tuo organismo. Un recente studio alimentare svolto su un campione di 2.100 intervistati negli Usa ha mostrato che il 24% (alcuni dei quali impegnati in diete "salutiste") aveva un intenso desiderio di questi cibi, il 19% era incapace di rinunciarvi il 17% aveva malesseri da astinenza e il 44% combinava più di questi sintomi assieme. Non solo wurstel di bassa qualità, patatine fritte, ma anche prodotti a base di soia, drink vegetali alternativi al latte e barrette "energetiche" che, formulazione industriale alla mano, non sono meglio di certo cibo spazzatura.