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Ciao "boomer" e dieta mediterranea: ecco il cibo preferito dai giovanissimi, guidati dagli influencer

Youtuber e TikToker orientano i nuovi consumi, all'insegna del veloce e gustoso con bevande "strane". Salutare? Chi se ne importa. La "spazzatura" piace moltissimo

Alessandra Guigonidi Alessandra Guigoni   
Veloce, strano, curioso: è il cibo di molti dei giovanissimi, mentre sui social impazzano le 'food challenge' (Shutterstock)
Veloce, strano, curioso: è il cibo di molti dei giovanissimi, mentre sui social impazzano le "food challenge" (Shutterstock)

Sono partiti in sordina, con pochi scaffali e tante merci coloratissime affastellate, che gli adolescenti italiani conoscono a memoria grazie agli influencer sui social, agli youtuber, alle serie TV. Sono i cosiddetti cibi di stile americano, una categoria che comprende una pletora di prodotti, dalle caramelle ai cioccolatini, dalle bevande, rigorosamente gassate e zuccherate, ai drink energetici, agli snack come patatine e noccioline, sino al formaggio in tubetto.

Gustosissimo, artificiale, "fast"

Non sono i soliti prodotti: sono merci unicorno rosa che in Italia sono introvabili nella GDO, la grande distribuzione organizzata, e persino negli usuali negozi specializzati. Così sono stati aperti negozi che vendono quei prodotti, ricercatissimi dalla gioventù che ovviamente fa esperienza di degustazione tramite i social. Parliamo di dirette e reel su Instagram, brevi video accattivanti su Tiktok e vari meme virali. Perché per la generazione Z se non condividi l’esperienza è come se non l’avessi fatta.

Dieta mediterranea e "chilomentro zero" per chi vive iperconnesso? Bocciati (Shutterstock)

L'esercito degli influencer del cibo

Così la vendita procede a palla di neve. All’inizio il prodotto è testato da persone appassionate di cultura alimentare statunitense, che condividendo in diretta l’assaggio convincono altri coetanei all’acquisto. Nel corso dei mesi i prodotti diventano cult, trend consolidati che oggi macinano tanti euro. Perché si tratta, chiaramente, di prodotti costosi, importati direttamente dagli Stati Uniti, con aggravio di dazi e dogane.

Le bevande energetiche ad esempio hanno gusti inusuali. Più volte finite sott’accusa da parte dei nutrizionisti vanno alla grande perché sono stimolanti legali: consentono di rimanere svegli per studiare o per fare tardi la notte in discoteca senza sentire stanchezza né desiderio di mangiare. Ogni lattina costa circa sette euro.

Patatine, le migliori amiche dello "spuntinatore veloce" (Public domain pictures)

I collezionisti di lattine

Un’altra categoria di aficionados degli american stores è costituita da adulti, solitamente maschi under 40 impiegati nelle ICT, che collezionano bibite e lattine statunitensi a edizione limitata. Una nicchia che è disposta a spendere anche molto per arricchire la propria collezione.

Dieta mediterranea goodbye

Sorprendentemente in Italia la maggior parte di questi esercizi commerciali è situata nelle regioni culla della Dieta Mediterranea: Campania e Sicilia in primis. Gli under 30 si stanno significativamente allontanando dal modello alimentare familiare tradizionale, consumando almeno una volta al giorno un pasto fuori casa, spesso a base di cibo spazzatura, sotto forma di street food: facile da consumare mentre si è impegnati al cellulare.

Quasi tutti i prodotti venduti in questi store sono davvero poco salutari, con alte percentuali di grassi e zuccheri, coloranti e additivi vari. La dolcezza dei prodotti, la sapidità e il gusto “grasso” piacciono e creano una dipendenza, non diversa in fondo da quella di un qualsiasi stupefacente, secondo molti ricercatori.  È lo stile americano, lo stesso che ogni anno fa ammalare milioni di americani di patologie cardio-vascolari, tumori, diabete.

Così mentre la Cucina italiana casalinga viene candidata dai boomer, gente di mezza età, all’Unesco quale patrimonio immateriale dell’umanità, con tripudio di convegni in cui si spiegano le proprietà funzionali degli alimenti freschi, stagionali, cucinati con pochi grassi, possibilmente integrali e fermentati, la meglio gioventù rivolge lo sguardo oltre Oceano, riempendosi di prodotti artificiali e a lunga conservazione la pancia e soprattutto la testa.

Con questo articolo comincia a scrivere per FoodCulture Alessandra Guigoni. E' dottore di ricerca in antropologia culturale. Specializzata in culture alimentari, turismo enogastronomico, agrobiodiversità e sviluppo locale vive e lavora a Cagliari, dove svolge attività di formatrice, consulente ed organizzatrice di eventi. Giornalista pubblicista collabora con testate ed emittenti radiotelevisive del settore agri-food. È socia dell’Accademia Italiana della Cucina.

Alessandra Guigonidi Alessandra Guigoni   
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