"Non mi è venuto bene": Farinetti, il flop di Fico e il futuro con rilancio. Fra debiti e proteste
L'inventore di Eataly e poi della "Disneyland del cibo italiano" deve ammettere il fallimento del progetto fin qui. Ma prepara Grand Tour Italia
L'ultima volta era stato lo scorso maggio e Oscar Farinetti aveva deciso di resistere a oltranza, andare avanti a testa bassa contro le difficoltà del parco delle meraviglie alimentari aperto a Bologna che era la sua spina nel fianco (qui tutti i dettagli). Diceva Farinetti di Fico: "C'è un piano di rilancio fatto con grande entusiasmo". Di quel momento spartiacque avevamo scritto in dettaglio qui. Lo scoglio più duro da affrontare e superare erano i 15 milioni di euro di debiti ma con la nuova gestione c'era l'intenzione di ridurre, rinegoziare e ripartire. Quattro mesi dopo, su Fico Farinetti getta la spugna: "Tra le cose che non mi sono venute bene c'è Fico" ammette ai microfoni di Radio 24. E dunque, ammesso il flop ne preannuncia la chiusura. E il ritorno successivo con altra formula e nome.
Grand Tour Italia
I 100mila metri quadrati concessi dal Comune di Bologna all'inventore di Eataly per far partire la "Disneyland del cibo d'eccellenza" avevano visto nel 2017 prime settimane di grande movimento ed entusiasmo, anche grazie alla coda lunga generata dall'Expo di Milano. La nuova impresa di Farinetti aveva attratto grandi investimenti e l'adesione di molti dei più prestigiosi marchi del cibo Made in Italy. Ma Fico ha sempre stentato e subito il colpo di grazia nel biennio di pandemia di Covid-19. Il tentativo di rilancio della scorsa tarda primavera non è riuscito. E ci sono ancora da affrontare e ripianare 12 milioni di euro di debiti, il cui azzeramento Farinetti ha promesso entro il 2025, scommettendo che riporterà in campo la partecipazione delle aziende che hanno abbandonato il progetto e che non licenzierà nessuno. Quindi comincia la grande ristrutturazione di ciò che è stato Fico, di cui si annuncia che sarà un'area più bella e completa di prima che il prossimo aprile prenderà il nome di Grand Tour Italia. Un luogo che farà da vetrina per le osterie d'Italia, come ha annunciato Farinetti, "porteranno il loro folk e noi rappresenteremo la biodiversità".
Entusiasmo e controversie
Lo stop, ristrutturazione da dicembre e riapertura da aprile 2024 con nuovo nome e progetto, Grand Tour Italia, però non piace a tutti. All'amministrazione comunale di Bologna, alla Camera di Commercio che parla di problema di "forma e sostanza" e di mancata giusta condivisione. Ai dipendenti e ai sindacati che lamentano le troppe modifiche con modi disinvolti e rapidi, senza che si possa capire cosa avverrà nei dettagli da dicembre ad aprile. C'è un problema di interlocuzione per capire quanto i lavoratori saranno tutelati, e ci sono i biglietti acquistati dai visitatori fino al 2025 di cui non è certa la validità con la nascita di Grand Tour Italia. L'allerta si questa metamorfosi dopo il flop conclamato di Fico massima, ma Oscar Farinetti prosegue per la sua strada e in radio dice: "Le critiche vanno accolte ma abbiamo una bella squadra e il parco tornerà più bello di prima".
Leggi anche: 18 anni di Eataly fra successi, difficoltà e trasformazioni