Altro che uova e colomba: i 10 cibi più incredibili e bizzarri della tradizione di Pasqua
Dall'Italia all'Australia, dal Messico alla Scandinavia passando per l'Est, viaggio fra le ricette e gli usi più stravaganti di questa ricorrenza
La Pasqua alimentare non significa solo uova e coniglietti di cioccolato, colombe mandorlate e semplici uova sode colorate che rallegrano la tavola apparecchiata a festa. In Italia e nel resto del mondo è occasione di consumo dei cibi più disparati, frutto di tradizioni antiche o di contaminazioni culturali o di nuovi costumi. Vediamoli.
La Fanesca è un zuppone tradizionale della cucina ecuadoriana, un mix tra cucina indigena e cultura gastronomica spagnola, preparato durante la Settimana Santa. Denso e calorico, dentro c’è un po’ di tutto: legumi, verdure, merluzzo, tante spezie, persino una manciata di noccioline americane, latte e le immancabili uova sode come guarnizione finale.
Bilby è un dolce pasquale di cioccolato che piace tanto nell’Emisfero australe. Il bilby è un grazioso marsupiale australiano in pericolo di estinzione. Così più di una azienda australiana ha pensato di sostituire il banale coniglietto pasquale con l’effigie di questo animaletto e metterlo in vendita per sensibilizzare l’opinione pubblica e raccogliere fondi da destinare alle associazioni animaliste che se ne occupano.
Pascha. Dolce russo formaggioso, ricco di canditi, spezie, a volte ricoperto di candida glassa, diffuso anche nella vicina Finlandia e in altri paesi ortodossi, è una curiosa piramide tronco conica con una decorazione con le lettere "X" e "B”, ossia Cristo è risorto in cirillico. Può essere decorato con frutta secca, candele o fiori freschi.
Sa suchena. Siamo in Sardegna: la sera del Giovedì Santo a Irgoli, Onifai e Galtellì, paesi in provincia di Nuoro, nell’area storica della Baronia, le confraternite organizzano sa suchena. Preceduta dal lavaggio di piedi dei confratelli durante la celebrazione eucaristica, si celebra nelle case dei rispettivi priori, a ricordo dell'Ultima Cena. Nella casa di ciascun priore, capo della confraternita, viene allestito un tavolo con una tovaglia bianca e sei candelabri; due sacrestani scalzi servono il cibo a tutti i convenuti. Il cibo è una allegoria della passione di Cristo, ogni alimento è inquadrato in un sistema di simboli preciso. Il menù rituale, uguale da sempre, è trapelato, anche se la cena si svolge a porte chiuse, è privata e non sono ammessi curiosi. La cena dunque è costituita da minestra di anguille, anguilla fritta, un’arancia per ciascun commensale, pane, mandorle, fichi secchi, aglio o cipolla. Si conclude con sos coccorrois, dolci a forma di spirale, a base di semola di grano duro, vin cotto (sapa) e miele. Ogni vivanda ha un suo significato: il pesce è simbolo di Cristo pescatore di uomini, l’arancia richiama le opere buone, la frutta secca gli oltraggi fatti a Gesù, i coccorrois le catene con cui lo incatenarono, l’aglio o la cipolla la penitenza.
Rimaniamo in Italia dove troviamo la Pizza chiena o pizza piena; così si chiama la corposa torta salata rustica diffusa in Campania, Basilicata e Ciociaria. Caratteristica del Venerdì Santo, si consuma il giorno dopo. Non è affatto leggera come ci si aspetterebbe visto il momento di penitenza. Gli ingredienti? Per l’impasto farina, acqua, sale, lievito e olio o strutto. Nel ripieno non mancano le uova, sbattute o sode, ed è ricca di formaggi e salumi di vario genere.
Il menu pasquale in Scandinavia è originale; oltre alle uova, consumate con aringhe, salmone, gamberetti e altri prodotti di mare, vanno forte le arance, che non possono mancare sulla tavola, le salsicce e un dolce, il memma o mammi, che ha un aspetto terribilmente scuro e appiccicoso.
Gli ingredienti del memma sono farina di segale, malto di segale in polvere, melassa, acqua, sale e buccia d'arancia secca in polvere. Una volta impastato bene si inforna; dopo la cottura si conserva qualche giorno in frigorifero. Dato che tradizionalmente il memma veniva conservato in piccole ciotole fatte di corteccia di betulla chiamate tuokkonen oggi l'inscatolamento del prodotto prevede scatole di cartone stampate che simulano la corteccia di betulla. Il memma viene servito con panna e zucchero o gelato alla vaniglia.
Dimenticate i classici pani o le focacce con le uova sode, comuni un po’ a tutta l’Europa centro-meridionale. In Gran Bretagna, forse per distinguersi del Continente, hanno inventato l’Hot cross bun; si tratta di un panino dolce speziato con uvetta che presenta sulla superficie una croce, tradizionalmente mangiato durante il Venerdì Santo.
Voliamo in Messico dove troviamo la Capirotada. La base di questo budino di pane, ricco di ingredienti come spezie e frutta secca, è appunto il pane raffermo. È frutto della cultura dei Conquistadores, che lo imposero nel periodo di Quaresima agli indigeni messicani. Tra gli ingredienti troviamo degli elementi altamente simbolici: secondo alcuni il pane rappresenta il corpo di Cristo, lo sciroppo di zucchero il suo sangue, i chiodi di garofano i chiodi della croce e le stecche di cannella intere il legno della croce, il formaggio fuso rappresenterebbe infine la Sacra Sindone.
Chiudiamo la rassegna con un uovo di cioccolato sì, ma molto particolare, e una Colomba pasquale decisamente fuori dai soliti schemi. Un’azienda britannica ha studiato un uovo di cioccolato vegano, sin qui nulla di strano, ma che all’interno contiene come sorpresa extra dei cioccolatini a forma di verdura, come carote, spinaci e mais dolce; ciascun cioccolatino è aromatizzato con esse, quindi potrebbe capitare di gustare un cioccolato al cavolo piuttosto che al sedano.
Il premio per la Colomba più originale forse va al noto pasticcere Sal de Riso, che ha ideato la Colomba “Sol Levante”. Si presenta farcita e guarnita con ananas semicandita, fragole Candonga della Basilicata e Inspiration Yuzu, un agrume molto particolare, ricercato per la sua aromaticità.