"Non è la vera margherita e costa un occhio": bufera sulla pizza di Cracco. Ma è ora di finirla
Lo chef stellato aveva debuttato come pizzaiolo tre anni fa ed era stata subito protesta scandalizzata. Ora peggiorata dal prezzo ancora più alto. Ma ha senso?
Di cosa parliamo quando parliamo di pizza? Quali siano le origini di uno di cibi più amati del mondo, come gli americani abbiano tentato di intestarsene l'invenzione e siano stati "stangati", sono cose che abbiamo approfondito qui su FoodCulture. Ma quando si parla di pizza la percezione di questo gustosissimo piatto è che sia popolare, come le sue origini, che non debba essere tradito nei suoi elementi base e che non debba costare troppo. Se no è altra cosa. Ed ecco perché quando lo chef ed ex Masterchef Carlo Cracco fece debuttare la sua nel ristorante dentro la galleria presso il Duomo di Milano, fu immediatamente bufera. Ci fu chi la chiamo "la craccata", forse alludendo a quando un pirata informatico cracka il codice originario di un software. Quella volta le critiche furono per l'aspetto, la consistenza e soprattuto il prezzo. Tre anni dopo le cose sono peggiorate. Non sul fronte dello chef, come vedremo.
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La recensione del re dei pizzaioli, Porzio
Cinquanta e passa euro per due pizze
La lamentela torna soprattutto sul versante del conto finale. Pizza margherita e bottiglietta d'acqua da Cracco al Duomo, e sei certo di dover sborsare 29 euro di cui 21 per la sola pietanza, due pizze e acqua e siamo ad oltre 50. E "non è la vera Margherita". Il quotidiano La Repubblica ha spedito uno dei re dei pizzaioli, il napoletano Porzio, ad assaggiarla e riferire. Ma prima un passo indietro, a tornare sulla questione fondamentale: ha senso protestare se costa così tanto mangiare una margherita da un top chef in uno dei salotti più esclusivi d'Italia? No, non ce l'ha. Se vai da uno stellato sai che nel conto entra la sua "firma", la selezione di ingredienti di primissima qualità e il tocco della sua reinvenzione. Anche di un superclassico com'è la pizza. C'è tutto questo nella proposta di chef Cracco? Sì, come ha confermato lo stesso Porzio. Il resto lo fa l'era social, in cui tutto è appiattito sui toni saccenti e scandalizzati su qualsiasi materia, poi ci pensano Instagram, Facebook e TikTok a rendere il tutto virale sull'onda delle emozioni un tanto al chilo. Com'è capitato stavolta a sottolineare che tre anni fa una pizza da Cracco costava 16 euro e ora 22. Vogliamo la pizza popolare, semplice, economica? Andiamo a mangiarla altrove, sapendo che nessuno ci garantirà la stessa cura degli ingredienti a chilometro zero e a filiera controllata. Ed eccoci alla seconda questione: il gusto e la consistenza della Margherita by Cracco ripagano della spesa?
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Una Margherita reinventata alla grande
La pizza dello chef non è molto diversa da quella che debuttò tre anni fa presso il Duomo. Più piccola del solito, croccante alla maniera romana, con bordi spessi, come lo stesso Porzio ha confermato, è buonissima e molto curata negli ingredienti. Su un impasto di base molto probabilmente precotta arrivano ingredienti assolutamente slow food. Ottima bufala, e così l'olio, i pomodorini freschi e l'aggiunta di quelli secchi, a renderla elegante e al contempo decisa nel gusto, sfiziosa e "contadina". Ottima per chi ama la pizza crunchy. Gli altri si astegano dalla pretesa di mangiarla a 5 euro da Cracco. In Italia esistono migliaia di pizzerie per tutti i gusti, tutte le tasche e tutte le pretese. Meno quelle di chi vuole guidare Ferrari e comprare una Uaz reduce dalla caduta del Muro di Berlino. Il resto è isteria social. Spesso a competenza zero.