Guerra del cibo: la risposta di Cracco dopo i blitz nel locale, i 12 Daspo agli attivisti, e il nuovo attacco a Milano
La Questura emette le prime misure: divieto di entrare nella città per due anni, lo chef commenta le accuse e l'invasione subita. Lo scontro è in Galleria

Tre assalti al suo ristorante, due particolarmente chiassosi, con salse e sughi versati sul tavolo e sulla terrazza del locale stellato di chef Carlo Cracco in Galleria Vittorio Emanuele a Milano. Le urla, le rivendicazioni fra i clienti, da parte degli attivisti e delle attiviste di Ultima generazione, i blitz in pieno giorno e infine la risposta secca dello chef. Che dopo essere stato accusato di aver sottratto agli attivisti il cellulare con cui stavano filmando la tappa della loro battaglia per il giusto prezzo, ha risposto: "Per chi viene da noi, non offriamo pasti sospesi ma tanta pubblicità gratuita, quello sì". Poi sono arrivate le risposte della Questura di Milano: disposti sette avvisi di Foglio di via, due Fogli di via obbligatori e undici Dacur, anche detti Daspo Urbano. In sintesi, dodici esponenti di Ultima generazione non potranno entrare a Milano o stazionare in luoghi pubblici, in particolare del centro città, per due anni. Ma non è finita qui.
Ortaggi e vedure per terra, la protesta non si ferma
Mentre Cracco parte con le risposte per vie legali alle denunce presentate contro di lui da Ultima generazione (ultima delle quali, il furto di un dispositivo mobile), gli attivisti sono tornati in azione versando scarti di frutta e verdura sulla pavimentazione del salotto chic di Milano, bloccando il cammino delle molte persone che passano di lì per lavoro o per fermarsi a fare pausa dagli impegni quotidiani in uno dei tanti locali prestigiosi di ristorazione in Galleria. Ultima generazione chiede prezzi popolari ovunque si vada a mangiare, meno sfruttamento fra tavoli e cucina (vedi il blitz al McDoinald's) ed evidentemente che si sopporti l'invasione del proprio locale senza dire nulla. Vedremo quali saranno i frutti di questa campagna che si pone come rappresentante delle difficoltà a tirare avanti e a mangiare di "13 milioni di italiani sotto la soglia di povertà".