La brutta caduta di Nutella. Perché ha perso nei test contro le creme rivali, e qual è quella al top
Solo quarto posto, su 25 prodotti esaminati da un team di giudici del Gambero Rosso, per la spalmabile più famosa del mondo. Qui i motivi e il podio
Quasi mezzo miliardo di tonnellate prodotte ogni anno, quartier generale italiano, altre nove sedi mondiali altrettanto importanti. Nessuna quotazione in Borsa, solo ricavi e conseguenti guadagni derivanti dalla distribuzione e dalle vendite. La Nutella Ferrero è di gran lunga la crema spalmabile dolce più popolare e venduta al mondo e copre il fabbisogno di consumatori in 170 diversi Paesi. I nove ingrendienti che la compongono sono un po' come certe formazioni a undici del calcio diventate mitiche e da recitare a memoria. Ma se sul fronte degli affari le cose vanno davvero alla grande, quando si arriva al test di assaggio con giuria di alta specializzazione, la Nutella cede il passo e perde il confronto.
Le ragioni
I test di assaggio più recenti sono stati affidati a un team di esperti reclutato dal Gambero Rosso, una delle "bibbie" del gusto. I giudici hanno eseguito blind test, senza vedere le marche ma analizzando il gusto, il profumo, l'aspetto, la consistenza, le sfumature al palato. Hanno messo alla prova 25 diversi tipi e marchi di creme dolci e spalmabili. Ma la regina Nutella è andata maluccio e non ne è uscita col primato. Si è dovuta accontentare del quarto posto, superata da alcune delle più temibili rivali.
Leggi anche: arriva la Nutella vegana. Come sarà e quanto si gioca la Ferrero
L'esito dei test
In cima alla classifica stilata dal panel del Gambero Rosso si è piazzata la crema Novi, con un punteggio di 78/100 e definita "sorprendente" dai giudici. Novi ha battuto Nutella e le altre rivali per la sua composizione particolarmente pregiata: 45% di nocciole, zucchero, cacao amaro al 9%, latte scremato in polvere, burro di cacao, il non ricorrere all'uso del sempre contestatissimo olio di palma a cui Ferrero non ha mai voluto rinunciare, spiegando a più riprese l'inutilità della crociata contro questa materia prima alimentare. Seconda classificata la Nocciolata Classica di Rigoni di Asiago, che usa il 18,5% di nocciole e utilizza olio di semi e burro di cacao come grassi. Terza, a sorpresa, la Crema alla Nocciola della linea Sapori&Dintorni di Conad, che usa tra l'altro il 50% di nocciole Igp del Piemonte. Entrambe molto equilibrate, a parere dei giudici, nel rapporto fra picchi decisi di sapore tostato e tessitura di gusto dolce e delicata. E la Nutella?
Leggi anche: l'acido palmitico dell'olio di palma che "produce metastasi". Cosa c'è di vero
Fuori dal podio
Quello che è diventato uno standard mondiale del gusto delle creme-gianduia spalmabili, in realtà comincia a mostrare la corda. Non viene perdonato l'uso dell'olio di palma, considerato ingrediente alimentare di bassa qualità, la scarsa presenza di nocciole (solo il 13%) e il fatto che la metà del prodotto sia dato da un sapiente impasto di zucchero, vanillina e appunto l'olio di palma. Sempre molto gradevole, popolarissima, inarrivabile in termini di volumi di vendita, ma fuori dal podio per quanto riguarda equilibrio del gusto e qualità complessiva della ricetta.
Video: com'è nata la Nutella nel 1964 e perché è diventata un mito mondiale