Conosci i cibi ultraprocessati e con dentro gli ftalati? Perché possono danneggiare memoria e fertilità
Alcune delle pietanze più veloci, facili e gustose presentano criticità a lungo termine per la salute. Due nuovi studi cominciano a dimostrarlo
La salute comincia a tavola, non lo si ripete mai abbastanza. Ma avere abitudini di vita che permettano di scegliere i cibi più salutari non è facile. La corsa quotidiana, i ritmi frenetici e la stanchezza a fine mattinata o al termine della giornata portano a soluzioni di comodo. All'insegna di cibi molto insaporiti, facili e veloci da preparare, appetitosi. Compreso il ricorso ai fast food, la cui popolarità non accenna a diminuire. Ma è proprio in questo ambito che si nascondono le insidie a lunga durata per la nostra salute correlata all'alimentazione. Due studi recenti lo confermano, a partire da una serie di nuovi dati che riguardano i cibi ultratrasformati.
I più attraenti e fra i più potenzialmente pericolosi
Un team di ricercatori dell'Università di New York ha pubblicato sull'American Journal of Clinical Nutrition l'esito di un ricerca che si è svolta a partire dalla suddivisione del cibo in quattro grandi categorie. La prima comprende i cibi a minima trasformazione, come frutta, verdura, cereali integrali, carne e latte. La seconda "campiona" i cibi preparati per il consumo domestico mediante aggiunta di olio d'oliva, sale, burro, zucchero. La terza categoria riguarda i cibi in scatola come pesce e legumi. La quarta è quella che ci interessa di più: cibi ultraprocessati, ovvero pizze surgelate, bibite gassate e non, fast food, snack salati e dolci, zuppe pronte e cereali lavorati e zuccherati per la colazione o la merenda. Sono alimenti molto appetitosi e comodi, hanno sapore forte e immediato e sono già pronti o da preparare in pochissimo tempo. Negli Usa il loro consumo è quello che fornisce il 57% delle calorie quotidiane alle persone di varia età, nel resto del mondo la percentuale è in aumento costante. Con un rischio da non sottovalutare, che riguarda la capacità cerebrale di elaborare e "trattenere" memoria. Lo studio di New York si incrocia con quello pubblicato su Science Direct (e disponibile integralmente qui in inglese), durante il quale sono stati somministrati alimenti ultraprocessati comunemente acquistati e consumati dagli umani, ai ratti. Il risultato è stato uno stato di infiammazione cerebrale riscontrato sugli animali, che a lungo andare provoca il danneggiamento della memoria. Solo parzialmente contrastabile con l'assunzione di cibi che contengano Omega 3 (come il pesce azzurro, qui il nostro approfondimento). Non è tutto, eccoci al fast food e all'uso di flatati.
Se la salute finisce "plastificata"
Sul Journal of Exposure Science & Enviromental Epidemiology è stato presentato uno studio che rileva la presenza di ftalati nei cibi più popolari scelti nelle catene di fast food. Sono stati esaminati 64 cibi diversi che vanno da differenti tipi di pizza, panini, pietanze Tex-Mex e i residui di flatati sono stati riscontrati in una misura che va dal 70% all'86% dei campioni di cibo analizzati. Cosa sono gli ftalati? Sono dei plastificanti che rendono il materiale a cui vengono applicati compatto, flessibile e modellabile. Ma dai contenitori passano al cibo e quando questo viene assimilato dall'organismo umano, interferisce con l'equilibrio ormonale (perfino nel processo di crescita del feto all'interno dell'utero materno) determinando rischi e danni per la respirazione (favoriscono sindromi asmatiche) e per la fertilità. Questo è il primo studio a campionare i residui di plastificanti e flatati nei cibi di grande consumo. Dati per niente rassicuranti che attendono ulteriori test e riscontri.