I 100 anni di Michele Ferrero, cifre, nomi e retroscena dell'impero Nutella. "Ma comanda solo la Valeria"
Il creatore del terzo marchio alimentare dolce del mondo, e della crema spalmabile più amata, si è spento dieci anni fa. Nel mezzo, una vita da romanzo

Nasceva nel 1925 e se ne andava dieci anni fa. Il 26 aprile la sua Alba ha celebrato (e tutta stampa nazionale ne ha giustamente parlato) il centernario di Michele Ferrero. L'uomo che ha portato l'azienda dolciaria di famiglia, in Piemonte, a diventare uno dei giganti mondiali di questo tipo di produzione alimentare, e che nel 1964 ha inventato la crema dolce spalmabile più venduta e famosa del mondo, la Nutella fresca di festeggiamento dei suoi primi 50 anni.
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L'ultima vittoria il giorno prima di morire
Era il 13 febbraio 2015 quando Michele Ferrero venne a sapere che la sua azienda, mai quotata in Borsa per scelta (ed è tuttora così) aveva battuto per fatturato e distribuzione la multinazionale Nestlé, diventando il terzo gruppo dolciario del mondo. Ventiquattro ore dopo, Ferrero moriva, lasciando la direzione dell'azienda alla moglie Franca e poi ai figli, soprattutto a Giovanni che da anni è alla testa del gruppo e, non a caso, è anche uno degli uomini più ricchi del mondo. Ferrero padre aveva una sola identità a regolargli qualsiasi idea e a fargli capire se un prodotto del suo gruppo stava avendo successo o no: la chiamava La Valeria. Ed era il nome che Ferrero aveva dato alla famiglia tipo, dove sono soprattutto le donne ("la zia, la nonna, la moglie" che fanno piàù spesso la spesa e hanno in mano il bilancio familiare) a farti capire se una cosa va o no? Come: "Se è no, smettono di comprare".
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Il successi dei dolci, l'amore per la cultura e la solidarietà
Uomo schivo, lontanissimo da un Berlusconi, per intenderci, che amava fare, progettare, come un regista che sta dietro le quinte, devoto alla madonna di Lourdes specie dopo la tragica scomparsa del figlio Pietro nel 2011. Michele Ferrero a Berlusconi che gli chiedeva di aiutarlo a rappresentare l'Italia al G7, rispose: "Lascia perdere, meglio una cena insieme con le nostre famiglie". Fu lui a inventare, anche per aggirare le regole ferree e anacronistiche della legge italiana di allora, il nome Nutella, deciso al telefono e dopo una lunga chiacchierata con moglie e collaboratori stretti durante un viaggio all'estero.
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Fu lui a mandare i figli in Belgio quando il generale Dalla Chiesa lo avvisò di essere in pericolo di sequestro da parte delle Br. E' stato lui a creare la Fondazione Ferrero per i pensionati, ad allestire i servizi di trasporto e di colonia per i figli dei suoi operai. Un po' come aveva fatto su fronti simili un altro grande piemontese, Adriano Olivetti. In fabbrica, ad Alba, dove sta ancora la memoria storica del gruppo (che peraltro ha espanso sedi e interessi all'estero) sono ancora affisse le 17 regole di Michele Ferrero. Una di queste dice: "Un buon capo può far sentire un gigante un uomo normale. Ma un cattivo capo può trasformare un gigante in un nano". Gli sopravvive un'azienda che fattura 14 miliardi di euro l'anno.
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