Antigori: "Con il nostro vino restituiamo la bellezza del territorio eccezionale in cui siamo nati"
Dalla storia di Cardile a questa nuova cantina, rinasce la missione della vinificazione e della tutela della terra, con attenzione al sociale e alla cultura. L'intervista
A 150 metri dal mare e per circa 5 km nell’entroterra, fino ai piedi delle montagne di Capoterra, si estendono le cantine Antigori di Carlo Luigi Scano. Siamo vicini a Cagliari, in una delle più vaste aree forestali d’Europa in cui la natura è ancora immutata: querce secolari, lentischi, olivastri, pioppi, lecci, ginepri. Si tratta di una zona ricca di corsi d’acqua, dove vivono molte delle specie animali caratteristiche dell’isola.
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Antigori, una nuova realtà a presidio del territorio sardo
Il luogo delle cose antiche
Il nome Antigori - in sardo "luogo delle cose antiche” - è il nome di uno dei più importanti nuraghi della Sardegna, antiche costruzioni in pietra di forma troncoconica presenti su tutta l’isola e la cui origine risale al II millennio a.C. Un nome, dunque, che viene da lontano come la sua storia. Esattamente dal 1932, quando nacque la più grande azienda agricola della Sardegna, l’azienda Cardile: 8800 ettari coltivati attraverso un sistema di agricoltura moderno ed estremamente avanzato. Cardile fu un imprenditore illuminato e lungimirante, nei metodi e nella visione. Venti anni dopo, negli anni ’50, l’azienda viene venduta, trasferita a più proprietari diversi e lottizzata.
Un nuovo inizio
Le cantine Antigori, così come le conosciamo oggi, sono state fondate nel 2015 e guardano al futuro con ambizione. I vigneti - costantemente soleggiati e ventilati - godono di un’esposizione a Sud che garantisce una grande maturazione fenolica. “I vini che realizziamo sono brillanti, sapidi, secchi e hanno quel pizzico di acidità che li rende beverini”, spiega al canale FoodCulture di Tiscali, Enrico Patrizio, giovane direttore commerciale della cantina che, nel 2008 (quando fu acquistata da Romano Fanti), ha avuto come enologo, l’autorevole Giacomo Tachis, uno dei padri dell’enologia italiana. Tachis, che si occupò del primo impianto della vigna, seppe valorizzare la specificità della viticoltura sarda (di cui era ben esperto, lavorando anche per le aziende Argiolas e Santadi) e riuscì ad esprimere prodotti in grado di comunicare il territorio e la sua gente.
Un territorio eccezionale che va protetto
Accanto al vino, frutto di pratiche colturali naturali, biologiche e sostenibili "non utilizziamo pesticidi, diserbanti o concimi chimici” - prosegue Patrizio - l’azienda agricola, che prende il nome della località in cui si trova, Baccalamanza, produce anche olio. L’idea che proviamo a realizzare è quella di tutelare il contesto naturalistico del tutto eccezionale in cui siamo immersi: 190 ettari in tutto, di cui 18 di vigneti, 13 coltivati a orto botanico, 100 ulivi secolari, 100 ettari di mandorleti. “La cantina è in realtà solo il primo passo di un grande progetto che coinvolge l’intero territorio e che apre la tenuta e la cantina stessa ai visitatori esterni”, racconta Patrizio. Un progetto che vede Antigori puntare a essere un “luogo dove vitivinicoltura, natura, turismo, degustazione, sostenibilità, benessere, ospitalità, cultura, arte, storia, divertimento e relax si incontrano sotto un unico marchio”.
Nella "corte" campidanese
La cantina è ospitata in una costruzione ispirata alle corti campidanesi, tipica abitazione dei contadini già a partire dalla seconda metà del VIII secolo d.C. realizzata in mattoni crudi di terra argillosa e paglia tritata, essiccati al sole. Dall’interno del cortile, interamente pavimentato a pietra, si accede nelle diverse zone, dalla cantina vera e propria alle aree per l’accoglienza e l’ospitalità. L’intera costruzione è fatta in pietra locale e mattoni di fango di recupero: la copertura è costituita da tipiche tegole sarde fatte a mano su un telaio di legno. Ne deriva una coibentazione naturale che mantiene costante la temperatura interna, anche nelle giornate più calde d’estate o quelle particolarmente fredde dell’inverno nella zona. La cantina Antigori si inserisce perfettamente nell’ambiente circostante, in armonia con la natura intorno e in coerenza con il progetto, che si sviluppa secondo i concetti della massima sostenibilità ambientale e integrazione nel territorio.
Nel nome della "restituzione"
“Il concept” su cui si basa l’intero progetto Antigori, conclude Patrizio, “è quello della restituzione: alla gente, al territorio, all’idea imprenditoriale originale che ha visto qui in passato costruire una delle più grandi e moderne aziende agricole d’Italia”. La qualità del prodotto è solo un riflesso del grande lavoro fatto in campo. “Cantine Antigori è in grado di tracciare tutti i passaggi della vita di ogni singola bottiglia”: dal giorno della vendemmia, dal punto esatto da cui è stata raccolta l’uva all’interno della tenuta all’età delle vigne, all’altitudine, esposizione, tipologia di terreno così come tutti i passaggi in cantina, fino a giungere alla bottiglia che il cliente finale ha in mano.
Innovazione e tradizione, insieme, per costruire il “rinascimento” di queste terre: grande attenzione all’ambiente, al sociale, alla visione inclusiva, con l’idea di restituire alla Sardegna una nuova azienda gioiello.