Pene di toro, pasta dolce al sugo e Viagra da mangiare: il menu "scandalo" di Braschi arriva a Milano
Vincitore anni fa di MasterChef, già al timone del Vibe e del Ristorante 1978, porta le sue invenzioni in Galleria, a due passi da Cracco
Lui è il vincitore di MasterChef, e poi chef a sua volta, nato per spaccare in due il pubblico, per provocare, sfidare e far discutere. Ma il fatto è, come aveva detto qui, che Valerio Braschi dove va fa successo "e la gente che assaggia poi ritorna". Mentre Braschi si prepara a conquistare Milano, a due passi da dove già stanno il bistrot e il ristorante stellato di Carlo Cracco: "Mi vengono i brividi solamente a dirvelo. Presto verrà aperto il mio nuovo ristorante in Galleria Vittorio Emanuele, al Duomo di Milano", ha annunciato lui stesso sui social, dove è molto attivo. E se si parla di invenzioni in cucina e menu sfidante, Braschi è uno che non ha mezze misure.
Approfondimento: tutte le ricette estreme di Valerio Braschi
Lasagna in tubetto, pene di toro cotto 18 ore e pasta al pomodoro dolce
Valerio Braschi, già al timone del Vibe e prima ancora del Ristorante 1978 (quest'ultimo a Roma) ha già fatto parlare molto di sé per le invenzioni della sua cucina. Dalla pizza in polvere dentro una bustina, come se fosse una dose, da mangiare tutta assieme, busta compresa, alla lasagna in tubetto, fino alla pasta al pomodoro trasformata in dolce e al dessert che ha le fattezze finali di una pillola azzurra di Viagra. Ma forse la sua invenzione che più ha avuto eco è il pene di toro, fatto cuocere sotto ultrasuoni per 18 ore, trasformato in una gelatina "che è una bomba pazzesca di collagene" e servito in coppette a forma di micro-toro, accompagnato da salsa calda di anguilla affumicata e crema di menta e aceto vicina al sapore dello Scapece. Che ne sarà, sotto le sue mani, della classicissima cotoletta alla milanese? Molti fremono, altri tremano all'idea di saperlo.
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