Chef Usai e i "5-7" food blogger scrocconi: "Prima pagate poi scrivete". Quelli che vogliono tutto gratis
La guerra fra ristoratori e presunti recensori che mirano a farsi offrire pasti e ospitalità prosegue. Mentre avanza il sospetto di un racket organizzato
Quanto è obiettiva una informazione e una critica del cibo se si passa il tempo a mangiare e bere gratis ma con la promessa di pubblicare poi una recensione? Il tema è antico, riguarda anche altri temi ma nel caso di cibo, vino e ospitalità impatta in maniera particolarmente sensibile su tutto uno scenario professionale. Del braccio di ferro sempre più aspro fra ristoratori e food blogger/influencer avevamo già scritto qui a proposito della dura risposta dello chef Messicano Nunez alla influencer colombiana Manuela Gutierrez. E qui, quando la food blogger Geraldine De Guitier definì "peggior ristorante stellato del mondo" lo stellato e chiacchieratissimo Bros in Puglia. Lei però prima aveva pagato il conto. Diversamente da quel che volevano fare i "5-7 blogger" che si sono offerti allo chef stellato Lele Usai. Provocandone la riposta che è diventata in breve tempo un caso.
"Pagherete, come tutti"
"Siamo messi male", si apre così il post dello chef Lele Usai su social. Il titolare dei ristoranti Il tino e Quarantunododici a Fiumicino, creatore di cucina stellata e celebre specie per i suoi piatti a base di pesce, riporta il modo integrale il suo scambio con la food blogger e influncer (titoli oggi molto trendy) Paola sottolineando la sua incredulità di fronte alla richiesta di lei: "Con un gruppo composto da 5-7 (numero preciso da confermare) faremo una visita guidata al sito archeologico di Ostia Antica e al Museo delle Navi Romane di Fiumicino. Vi scrivo per proporvi una collaborazione...visto che siete in zona. In cambio della vostra ospitalità offriamo promozione attraverso i profili social delle singole partecipanti e della community". In poche parole: ospitateci alla vostra tavola stellata. Poi che succede? L'offerta in cambio è "citarvi tra le attività del tour sul magazine e sui nostri blog, da cui i prossimi turisti a Ostia prenderanno spunto per i vostri itinerari". La risposta di chef Lele Usai è stata incendiaria: "Se vorrete venire presso uno dei nostri ristoranti ne saremo lieti, ma sia chiaro, pagherete il conto come tutti i nostri ospiti".
Che fine ha fatto "l'onestà intellettuale"
Torniamo al punto: fino a che misura l'avere accesso gratuito ad un evento perché in possesso di accredito stampa, o essere spesati durante pasti e viaggi, produce un articolo davvero approfondito, informativo, competente e obiettivo sull'esperienza di cui si scrive? Per chef Usai, pagare "vi consentirà anche di essere liberi quando racconterete sui vostri canali l'esperienza fatta da noi. Si chiama onestà intellettuale". Poi però c'è di mezzo la questione dei numeri: "Ho visto la vostra pagina Instagram e avete la metà dei follower che ho io sulla mia pagina privata". Domanda: se fosse stata una Chiara Ferragni del cibo gourmet a scrivere, in cambio di quei numeri chef Lele avrebbe ceduto ad offrire un pasto gratis alla blogger di turno? Nel mentre resta caldissima la questione dei recensori di cibo e bevande che vanno in giro a "scroccare" per poi promettere recensioni positive, in caso contrario piovono stroncature che possono rovinare un'attività. Settimane fa è stato Franchino Er Criminale, stella nascente dei social, a svelare il presunto malaffare organizzato per bande che riguarda molti locali nel Lazio e un piccolo racket di recensori-ricattatori. Rimettendoci la sua auto. Il caso resta aperto.