I conti in tasca a Farinetti, re del cibo italiano: la lite con Petrini, i debiti milionari, le ombre del passato
La puntata di fine anno di Report ha riaperto lo scenario controverso che segue da tempo l'ascesa del fondatore di Eataly e ora di Grand Tour Italia
La tempesta è cominciata poco prima di Capodanno, quando su Oscar Farinetti da poco ripartito col progetto Grand Tour Italia, è arrivato il faro di Report e della sua inchiesta. Con dettagli su cui attendere opportuni riscontri e approfondimenti, ma che aprono uno scenario che fa molto parlare di sé circa alcuni dei più importanti marchi del food italiano nel mondo, inventati da Farinetti. Tanto che dopo la puntata sul mondo di Farinetti (il successo di Eataly, il flop di Fico, la ripartenza con Grand Tour) il M5S chiede chiarezza sui piani edilizi che dovrebbero portare alla costruzione di 2.500 alloggi attorno alla struttura di Grand Tour Italia e in particolare all'ex mercato ittico e ad altre aree. E Fratelli d'Italia ha presentato un esposto alla Corte dei Conti perchè si indaghi sulle risorse accordate a Grand Tour Italia.
Farinetti e Petrini, un'alleanza finita malissimo
Mentre Eataly continua ad essere un marchio di successo e Grand Tour Italia riparte dopo il flop con debiti milionari e l'ammissione di errore da parte di Farinetti, Report ha ripercorso le principali tappe dell'ascesa ai vertici dell'impresa del cibo italiano da parte del fondatore. A cominciare dalla rottura dei rapporti tra Farinetti e Carlo Petrini, uno dei creatori di Slow Food, che l'imprenditore piemontese andò a cercare dopo la vendita con successo di Unieuro agli inglesi di Dixons, ricavandone 103 milioni di euro. A Oscar serviva una guida nel mondo dell'alimentazione italiana di qualità e della produzione a filiera d'eccellenza, e la chiese a Petrini. Ma i rapporti finirono malissimo quando Farinetti decise di vendere il marchio di bevande Lurisia alla Coca-Cola, compreso il Chinotto di Savona che era presidiato da Slow Food. Petrini è nemico del colosso americano e di come si appropria del controllo delle acque, per Farinetti è una multinazionale sì, ma etica.
Il padre partigiano, quel bottino e la riabilitazione
Altro dettaglio storico mostrato da Report, è l'attività come partigiano nella zona di Alba di Paolo Farinetti, padre di Oscar, coinvolto in un'inchiesta e arrestato per aver tenuto presso di sé i frutti di una rapina compiuta da tre partigiani matteottini che rubarono nel 1946 a Torino 2 milioni e mezzo di lire di stipendi di operai Fiat. Paolo Farinetti, condannato a due anni e mezzo per questo furto, fu poi riabilitato e di fronte all'incalzare di Report, Oscar ha commentato che "è una storia chiarita completamente". Il successivo prestito a fondo perduto consentì a Farinetti Sr. di fondare Unieuro, dalla cui vendita Farinetti Jr. ha avuto i capitali per la fondazione di Eataly. Con gli stabilimenti dell'ex vermouth Carpano concessigli gratis dall'ex sindaco di Torino, Sergio Chiamparino.
Centottanta milioni di investimento, andati a male
Torna anche la questione, più volte respinta da Oscar Farinetti, della sua vicinanza a Matteo Renzi, allora all'apice della sua ascesa politica, indicato da più parti come la persona che aiutò Eataly ad avere senza gara ma con gestione diretta la gestione dei ristoranti nel Padiglione Italia durante l'Expo di Milano. Fatto sempre negato da Farinetti che invece sostiene che in quel periodo è stato "perfino penalizzato". Ed eccoci all'ultimo capitolo, anzi penultimo, con i 180 milioni di euro spesi per realizzare Fico, il grande parco delle meraviglie del cibo a Bologna, finito con un buco da 15 milioni di euro. Ma ora Oscar Farinetti ha l'opportunità di rispondere ai dubbi su di lui con Grand Tour Italia che ha aperto lo scorso settembre sempre a Bologna, con l'eccellenza delle cucine regionali rappresentata in quegli stabili. E in aggiunta, migliaia di alloggi, la vicinanza allo stadio temporaneo del Bologna e altre attività commerciali connesse. Farinetti tira avanti per la sua strada e ha sempre respinto critiche e accuse sul suo conto.