Garattini, 96 anni: "Tutti i cibi sono inquinati. Ecco l'unico modo di mangiare bene e vivere a lungo"
L'oncologo e re dei farmacologi italiani auspica che "il mercato della medicina venga penalizzato". E spiega come imparare a curarsi a partire dal cibo
Silvio Garattini è un paradosso vivente, lui re dei farrmacologi italiani (e non solo) che non prende farmaci se non in casi di particolare urgenza e gravità. Che invita a non cedere alle lusinghe dell'industria farmacologica, che ha il solo interesse di aumentare i pazienti e quindi i clienti e i fatturati. E che insiste su sport e accurate scelte alimentari per vivere non solo più a lungo, ma in buone condizioni psicofisiche fino alla fine. FoodCulture si occupa di cibo e di educazione alimentare, quindi ci concentriamo su queste parti delle recenti dichiarazioni di Garattni al Corriere della Sera.
"Tutti i cibi sono inquinati". Ma allora cosa mangio?
Il 30 settembre 2024 è uscito per le edizioni San Paolo Vivere bene, una summa del Garattini-pensiero che mette al centro della cura che ciascuno può avere di sé proprio il modo in cui mangiamo e cosa mangiamo. Partiamo allora da questa dichiarazione tranciante del quasi 96enne prof. Garattini (li compirà il prossimo 12 novembre): "Poiché oggi i cibi sono inquinati, mangiare una varietà di cose vuol dire evitare l'accumulo di un determinato inquinante". Quindi, di tutto un po', dieta varia. Raccomandazione di Garattini: "Le ricerche hanno dimostrato che con una diminuzione del 30% di cibo si vive il 20% in più. Mangiare poco è un fattore di longevità". Lui mangia poco ma spesso, evita l'eccesso di carne, insaccati, cibi zuccherati e inssporiti in modo industriale. Ma c'è di più.
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"Il digiuno? Non fa grandi differenze"
Sulla mitologia del digiuno che purifica il corpo ed esaurisce "scorte" di tossine e grassi, Sivio Garattini ha un'ìidea chiara: "Alcune ricerche hanno dimostrato che non c'era differenza fra chi mangiava liberamente e chi faceva passare 10-12 ore tra un pasto e l'altro. Lo ribadisco, l'importante è mangiare poco, anche se lo faccio cinque volte al giorno l'importante è il totale". Quindi, di nuovo: varietà nella dieta, e dosi ridotte, specie la sera. E' dalle buone abitudini a tavola che vengono persone che evitano di diventare pazienti cronici: "Abbiamo 4 milioni e mezzo di diabetici che poi hanno problemi visivi, cardiovascolari, renali...". E l'industria vuole sempre nuovi clienti. Ecco perché Silvio Garattini, re dei farmacologi, oncologo e presidente dell'istituto di ricerca Mario Negri, non ha paura di ribadire: "Auspico che il mercato della medicina venga penalizzato". Imparare a mangiare bene è la prima cura, a cui va sempre abbinata attività sportiva. Niente di estremo, ma qualcosa alla portata di tutti: "Almeno 150 minuti a settimana, camminare con andatura relativamente rapida, altrimenti non c'è l'effetto aerobico...che consiste nel respirare in affanno e avere un aumento dei battiti" del cuore. Passeggiare fra un negozio e l'altro non è sport.