Giovanna Pedretti un anno dopo il "fake" che la portò al suicidio. La famiglia riapre il suo locale
Il 14 gennaio del 2024, al culmine della tempesta mediatica scatenatale addosso, la titolare della pizzeria Le Vignole si toglieva la vita. Non è finita lì

E' passato un anno. Un dolorosissimo anno da una delle vicende che più hanno segnato il mondo della ristorazione e la risonanza che ha avuto l'accaduto su tutti i media. Il 14 gennaio 2024 Giovanna Pedretti si toglieva la vita dopo essere finita al centro di una tempesta di sospetti e accuse di aver scritto il falso su Internet, sui suoi social, a proposito della pizzeria Le Vignole che gestiva a Sant'Angelo Lodigiano (Lodi). Dopo la sua morte, i familiari avevano detto che non avrebbero più riaperto il locale. Che invece è tornato in attività, anche grazie alla solidarietà e all'affetto della comunità colpita da questo lutto. Riepiloghiamo cosa avvenne un anno fa.
Il post contro gay e disabili nel locale, e la risposta di Giovanna
"Ci tenevo a farle presente che il nostro locale è aperto a tutti e i requisiti che chiediamo ai nostri ospiti sono l'educazione e il rispetto verso ognuno. Le sue parole di disprezzo verso ospiti che non mi sembra vi abbiano importunato mi sembrano una cattiveria gratuita e alquanto sgradevole". Questo scriveva sui suoi social Giovanna Pedretti, in risposta al cliente che in una recensione in cui si lamentava di aver dovuto cenare a Le Vignole vicino a "gay" e a "un ragazzo in carrozzina". La Pedretti concludeva il botta e risposta invitando il cliente a non presentarsi più nel suo locale. La notizia aveva grande risonanza e finiva sui principali media, fino al plauso per Giovanna e suo marito Nello da parte della ministra per le Disabilità, Alessandra Locatelli. Che per loro aveva parole al miele: "Grazie di cuore perché non siete rimasti in silenzio davanti ad un atteggiamento spregevole e vile".
Io fake, il suicidio e la riapertura
Ma sul post di Giovanna Pedretti arrivavano prima i dubbi di Lorenzo Biagiarelli, cuoco e personaggio tv, e della sua compagna, la giornalista Selvaggia Lucarelli. Il primo esaminava i caratteri e l'impaginazione del testo della riposta della ristoratrice, concludendo che "sono diversi pure l'interlinea e la spaziatura, le scritte di Google sono sgranati mentre il corpo del testo è perfettamente a fuoco", la Lucarelli rinforzava i dubbi commentando che si trattava di "un'operazione di marketing spacciata per eroica difesa di gay e disabili". Finita nella tempesta, incalzata dal Tg3, già segnata dalla perdita di un fratello e dall'esaurimento nervoso, Giovanna Pedretti veniva trovata senza vita vicino alla riva del Lambro e alla sua Panda. Con vespaio di polemiche, anche a seguiire, e accuse a Biagiarelli e Lucarelli di averla sottoposta ad una pressione tale da portarla ad uccidersi. E la figlia della Pedretti a dire alla Lucarelli: "Grazie per aver massacrato mediaticamente mia mamma". Ma l'indagine della Procura di Lodi scagionava Biagiarelli e Lucarelli dalle accuse, archiviando il tutto. Nessuna istigazione al suicidio. Per un anno è stato dolore e silenzio, ma ora Le Vignole ha riaperto, con la nuova insegna Dal Nello e il solo servizio da asporto. Gestita da marito e figlia della scomparsa, con gli auguri e l'affetto di tutta la comunità. E' una grande scommessa, tornare alla vita, al lavoro, al cibo, e dimenticare una bruttissima vicenda.