Gourmet in crisi e fuga dalle cucine ma chef sempre più ricchi: ecco quanto guadagnano
Si parla da tempo di insostenibilità dell'alta cucina per i costi delle materie prime e i ritmi disumani. Ma c'è anche il lato positivo: vediamo le cifre
Tutti a parlare dei cinque milioni di euro di rosso del ristorante lanciato da Carlo Cracco in Galleria a Milano (ne abbiamo scritto qui), tutti a dire quanto sia insostenibile la ristorazione gourmet fra materie prime costosissime e turni disumani da cui la gente scappa, ma in realtà i fatturati crescono e gli chef italiani si arricchiscono. Milano Finanza ha pubblicato un interessante dossier sulle cifre dell'alta ristorazione nel nostro Paese, da cui emerge che dal periodo pre-Covid a oggi è cresciuto di 68 milioni di euro. E se il locale è stellato Michelin l'incremento è particolarmente vantaggioso, dato che di questi 68 milioni ben 56 vengono dai locali che hanno ricevuto l'ambito riconoscimento. Ma in soldoni quanto arriva nelle tasche e nei conti degli chef?
Da Bottura a Vittorio a Cannavacciuolo: tutte le cifre
Secondo il report di Milano Finanza, i re di danari della ristorazione italiana sono i Cerea, famiglia che ha creato e gestisce il ristorante Da Vittorio a Brusaporto nel Bergamasco. La loro ricchezza è cresciuta da 24 a 40 milioni in soli tre anni. Al secondo posto il celebratissimo chef Massimo Bottura con la sua Osteria Francescana che negli ultimi 12 mesi è passato 17 milioni di euro di incassi rispetto ai precedenti 10. A seguire ecco un altro grande nome, Alajmo del Padovano che da 10 è passato a 16 milioni di guadagni. Poco sotto ecco Antonino Cannavacciuolo, tristellato Michelin, che ha chiuso l'ultimo esercizio comn 9,8 milioni di utili. A fondo classifica ma con cifre di tutto rispetto, Enrico Bartolini a Milano e l'Enoteca Pinchiorri a Firenze con utili per 5 milioni, tre in più rispetto al 2021, e Uliassi a Senigallia che ha totalizzato 3 m milioni di utili, uno in più rispetto ai precedenti 12 mesi.