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"Riprendetevi la Stella Michelin, per noi la cucina è altro". L'incredibile ribellione dei tre chef del Giglio

Cinque anni fa si erano guadagnati l'Oscar dell'alta cucina mondiale. Ora lo levano di mezzo, per fare tutto un altro tipo di ristorazione

di FoodCulture   

"Un moderno convivio in un antico regime" recita il loro slogan sui social. E se si parla di ancient regime in cucina, nel fine dining e nel cibo gourmet, per i tre chef ribelli del ristorante Giglio di Lucca, questo è rappresentato dal massimo riconoscimehto possibile per l'arte del food. Quindi dalla Stella Michelin. C'è chi fa di tutto per conquistare l'Oscar dell'alta cucina, quello che fa schizzare verso l'alto la popolarità e gli affari. Ma per Stefano Terigi, Lorenzo Stefanini e Benedetto Rullo la via da percorrere è un'altra. E quindi: riprendetevi la Stella, non la vogliamo più.

Le ragioni dello strappo

Per capire l'evoluzione di questa vicenda, e del perché sta facendo tanto discutere, bisogna tornare indietro di cinque anni, quando i tre chef del Giglio si videro premiare con il macaron dell'ambitissima Guida Michelin. Gaudio, tripudio, festa e adeguamento di tutta la struttura e la cucina alla vittoria dell'Oscar del gourmet. Ma ora basta. Motivo? Lo hanno spiegato loro stessi: "Il nostro ristorante non ci rappresentava più. Prendere la Stella è stato emozionante, dodici anni fa abbiamo plasmato il Giglio con tutte le nostre esperienze, anche internazionali". Ma la storia è finita e comincia tutto un altro modo di stare in cucina.

Leggi anche: Cracco, i locali prestigiosi a Milano, le Stelle e i debiti milionari

Dalla parte della gente 

Come hanno spiegato di recente gli chef Terigi, Rullo e Stefanini: "Vogliamo tornare ad essere un ristorante per tutti i giorni e le occasioni, in cui i clienti possano divertirsi". Quindi via alla rivoluzione: eliminata la Stella, dimezzati i prezzi del menu (e questo dettaglio fa molto riflettere) si passa a una nuova offerta in cui gli antipasti arrivano tutti insieme, si condividono, si mangiano "piatti concreti" e non dominati dal design di impiattamento, c'è un buon rapporto qualità-prezzo e una "carta vini divertente". Chiediamoci poi perché il miglior ristorante del mondo, il Noma, ha dovuto chiudere perché lavorarci era diventato insostenibile, e perché diversi top chef, all'apice della fama e delle Stelle Michelin, hanno debiti milionari da ripianare. 

Approfondimento: perché il miglior ristorante del mondo ha dovuto chiudere. Cosa accadeva là dentro

di FoodCulture   
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