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Denunce dai dipendenti, debiti e ristoranti che chiudono: il disastro di Salt Bae e la lezione che contiene

Conti complicati, sette locali con serranda già solo negli Usa, voci inquietanti. Ma lui rilancia col lussosissimo ristorante a Istanbul

di FoodCulture   

Lui che si muove come un ballerino palestrato fra i tavoli, lasciandosi scivolare il sale dall'avambraccio al piatto di carne poco sotto. Prima di servire tutto alla clientela Vip disposta a pagare miglaia di euro per un taglio di carne e per essere imboccata direttamente dalla punta del coltello da macellaio. Lui che si fa ritrarre come un re sul trono, attorniato da bistecche e salsicce, ancora: lui che si mostra con i Vip alla premiazione del Mondiale di calcio e a quella di Champions League, pure se non invitato. E via con il turbo-contorno di immagini social, video e foto ad effetto. Lui è Salt Bae, al secolo Nusret Gökçe, il macellaio-chef della carne-influencer social da oltre 50 milioni di follower. Arrivato ad un bivio: da una parte il racconto social trionfale della sua ascesa in cucina, dall'altra i conti diastrosi dei suoi ristoranti, alcuni dei quali già chiusi.

Che gusto ha la realtà

Ci sono stati mesi, diversi mesi, in cui facevano spettacolo sui social non solo le esibizioni (di grande effetto, va detto) di Salt Bae, la star turca della carne, fra i tavoli e provocavano attenzioni e discussioni i suoi conti esagerati: da lui una bottigla di acqua liscia arriva a costare 250 euro, la nota t-bone con oro alimentare sopra può toccare i 5 mila euro e un carpaccio sta ad oltre i 200. Grande risonanza ha avuto anche il suo annuncio di apertura di un suo ristorante a Milano, il tutto con pose e musiche stereotipate stile Il Padrino. La realtà, però, ha un altro gusto, e da settimane i segnali di difficoltà andavano moltiplicandosi. Cifre alla mano, il ristorante di Salt Bae a Londra perde 5,5 milioni di euro l'anno (bilancio 2024), diverse delle sue esageratissime steakhouse negli Usa hanno già chiuso, dei sette attivi ne restano in funzione appena due, a New York e Miami. E i ricavi saliti a 10 milioni sono controbilanciati da spese per oltre 6 che si mangiano parte dell'utile. 

Gli altri aspetti controversi

Mentre si moltiplicano le notizie dei problemi di tenuta economica del suo impero di ristoranti di carne di lusso, Salt Bae ostenta tranquillità e rilancia. Grande protagonista della sua campagna sui social è il Macka Palas, lo spettacolare ristorante che ha aperto a Istanbul, costato 36 milioni di sterline. Ovunque si parla di insostenibilità dell'alta cucina (ma quella di Bae lo è?) per il costo delle materie prime, degli affitti altissimi date le location esclusive (vedi anche la recente chiusura della Locanda di Giorgio Locatelli a Londra, o Cracco che ancora deve rimettere a posto i debiti del suo locale a Milano) e di un comparto da reinventare. Ma il macellaio superstar dei social va dritto per la sua strada. Nonostante le lamentele e denunce dei dipendenti per i trattamenti ricevuti, e i conti problematici. Vedremo a seguire se tanta ostinazione gli darà ragione. 

Leggi anche: Lussi, eccessi, denunce e debiti. "Ero poverissimo, voglio tutto", chi è Salt Bae

di FoodCulture   
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