Il trionfo di Solaika: "Così sono diventata la chef stellata più giovane d'Italia"
Prima della stella Michelin e del premio come "Giovane dell'anno" ce n'erano stati molti altri. Intervista-ritratto della 26enne, con i suoi 'segreti' in cucina
A Lecce, Primo restaurant - ristorante con pochi tavoli a due passi da piazza Mazzini - c’è Solaika Marrocco, unica donna a ricevere una nuova Stella per l’edizione Guida Michelin 2022, e anche il premio Giovane dell’Anno. Ventiseienne, chef a Primo da quando ne aveva 22, questa giovane donna dal nome egiziano, è salentina: nata a Gallipoli in “una famiglia numerosa composta da 4 figli”, racconta a Tiscali FoodCulture, “ho due sorelle maggiori e un fratello minore. Siamo molto uniti, e lo stare a tavola è sempre stato uno dei momenti migliori, il momento di convivio per eccellenza”.
La reinvenzione sorprendente di ricette antiche
A dispetto della giovane età, la Guida Michelin definisce la chef di Primo una “cuoca moderna” che esprime “la sua personalità in piatti belli per la vista, squisiti per il palato”, in grado di “proporre una cucina di raffinata ed elegante semplicità, mai banale, dove del Salento e della Puglia si citano spesso alcuni ingredienti, nonché le ricette più antiche e tradizionali” che Solaika Marrocco “si diverte a reinventare con uno stile decisamente contemporaneo e originale, se non addirittura audace”.
Come nasce una passione: dall'infanzia
Tradizione e modernità, dunque che la giovane professionista coltiva da sempre: “La cucina è la mia passione fin da bambina. Adoravo fare la spesa con mia madre e guardarla poi cucinare, ogni giorno: l’amore che trasmetteva, preparando per tutti noi, mi è rimasto impresso negli anni, e mi ha fatto capire quanto amore ci volesse nel preparare da mangiare per qualcun altro e quanti sacrifici e passione nel farlo poi come professione”.
Turcinieddhi: un grande successo
Vincitrice, nel 2017, del Premio Birra Moretti Grand Cru, quando da pochi mesi era diventata responsabile della cucina di Primo, Solaika Marrocco mise d’accordo tutta la giuria con un piatto coraggioso: “Turcinieddhi glassati alla birra con marmellata di cipolla all’arancia, critmi (finocchi di mare, ndr) in tempura e infuso di luppolo”. I turcinieddhi non sono altro che involtini di frattaglie di agnello, fegato, polmone e cuore, molto comuni nelle cucine di tutto il Meridione d’Italia ma da lei pensati in chiave contemporanea.
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Cominciare così
“Mi sono iscritta all’Alberghiero trasformando così la mia passione nel mio lavoro: sono autodidatta, ho studiato e studio tuttora tanto, per migliorarmi ogni giorno”. Nessuna esperienza fuori, dunque: “Primo restaurant è stata la mia prima esperienza di livello, non sono mai andata a lavorare all’estero, mi sono formata restando comunque nella mia terra di origine”, sottolinea.
E come ci si sente a vincere la stella Michelin con un curriculum così giovane? “Sono stata travolta da un mare di emozioni, in quel momento sul palco, la razionalità ha lasciato spazio ad altro. Ero felicissima e come se fosse stato il riconoscimento che ripagava tutto il lavoro svolto negli anni”.
Se passate per Lecce, andate a provare il menu degustazione di Primo: i ravioli di scapece gallipolina, alici, beurre blanc e zafferano, le animelle all’arancia e gamberi crudi di Gallipoli e la più “classica” parmigiana di melanzane, pomodoro e besciamella al grano arso, vi faranno immergere nei sapori più “antichi” del Salento, sempre declinati in una chiave contemporanea, che conferisce al gusto quel tocco di leggerezza ed eleganza che Solaika Marrocco sembra costantemente ricercare: “Il mio obiettivo è quello di continuare a fare al meglio il mio lavoro e continuare a sviluppare il progetto Primo nel tempo”.