L'incredibile vita e morte di Andrea Ghirardi, chef pasticciere e legionario trovato nei boschi
Aveva 44 anni, trascorsi fra partenze improvvise da casa e sfide personali trasformate in imprese. Fino a quella, estrema, in Val di Fiemme
Un giorno bisognerà fare un film o una serie televisiva su Andrea Ghirardi. Un personaggio bigger than life, come direbbero gli americani, uno che ha inseguito l'avventura e la sfida ribelle per tutta una vita. Terminata a 44 anni nei boschi della Val di Fiemme, in Trentino, dove il suo corpo è stato ritrovato dopo mesi di sparizione. Ne ha scritto estesamente Il Corriere della Sera che ha seguito le fasi delle ricerche, fino al rinvenimento di quel che restava di Ghirardi. Andato via dalla casa di famiglia, in provincia di Rovigo, nell'estate del 2021, ufficialmente per trasferirsi a lavorare in Svizzera. Da lì comincia la sua ultima sfida, la più estrema, e la sua vicenda intreccia passato e futuro prossimo fino a concludersi lo scorso 2 maggio.
Il legionario diventato pastry chef
Un ragazzo fuori dal comune, riservato ma attratto dalle prove estreme e dall'andare oltre i limiti della paura, così viene descritto Andrea Ghirardi. Andato via di casa la prima volta a 20 anni, per poi scoprire che era riuscito ad arruolarsi nella Legione straniera, specializzandosi in tecniche di sopravvivenza, in decrittazione di segnali e codici, addestrandosi poi come incursore. Missioni, di cui ancora si sa relativamente poco, nel Corno d'Africa e in Guinea Francese. Poi il ritorno nella natia Villadose, nel Polesine. Gruzzolo in tasca, nuovi progetti in mente. Figlio di un imbianchino, Andrea Ghirardi non era un tipo che si potesse fermare a lungo nella routine di provincia. Così ecco la nuova sfida da vincere: la cucina, in un posto di cui sai poco e di cui non conosci la lingua: Germania. Ghirardi parte, mette a frutto i soldi, studia l'arte della pasticceria, diventa a un certo punto un pastry chef. Chissà se nella fattura dei suoi dolci non avesse portato l'arte della lavorazione dell'oro in cui si era diplomato alla scuola di Castelmassa. Ghirardi non spiegava, non anticipava: partiva, si buttava a capofitto in una nuova impresa. Fino a quella che lo ha visto guardare in faccia la morte.
L'ultimo abbraccio, atteso con metodo
A luglio 2021 comincia l'ultima sfida di Andrea Ghirardi: ritmata dalle notazioni su un calendario ritrovato nei boschi di Fiemme insieme ai suoi resti. E' stato riconosciuto dal giubotto che portava e da alcuni tatuaggi sul corpo che, come si è scoperto, si era fatto da solo. Il calendario rivela la decisione di seguire un digiuno a contatto strettissimo con la natura selvaggia. L'ultima nota scritta dall'ex legionario, ex chef pasticciere, è dell'ottobre scorso: "Crematemi". Una morte perseguita, attesa con metodo, freddamente, guardata negli occhi fino a chiuderli per sempre? Molti dettagli sembrano portare a un piano preciso di Ghirardi.
Ha programmato tutto con cura
Il fratello minore Riccardo, che come pittore era entrato in contatto con alte sfere della politica britannica come il premier Boris Johnson e il leader dell'Ukip, Nigel Farage, su questo lutto ha commentato sul Corriere della Sera: "Andrea aveva una cultura sconfinata, parlava quattro lingue, potevi discutere di tutto con lui, di astronomia come di politica, di storia e di attualità, era sempre informato. Ma mentre io sono molto estroverso, sono sposato e padre, lui è sempre stato riservato e solitario. Quando doveva prendere una decisione importante si isolava e dopo qualche mese telefonava e diceva: sono qui, venitemi a trovare. Sono convinto che abbia programmato tutto prima e con cura". L'ultima sfida, quindi, quella contro la paura della morte. La sua vicenda ricorda quella di Christopher McCandless, morto nel parco nazionale del Denail in Alaska. Era il 1992, aveva 24 anni, una storia resa celebre dal film Into The Wild. C'è un'importante differenza però: McCandless era sprovveduto e non conosceva tecniche di sopravvivenza, Ghirardi sì.