La sfida di Alajmo e i suoi chef: "Pago di più", basta sfruttamento in cucina. Bonus e benefit: le cifre
ll grande gruppo della ristorazione sigla un accordo integrativo con premi fino a 3000 euro, avanzamenti in carriera e più diritti a famiglie genitori
La stagione turistica si riapre con lo stesso dramma con cui si era chiusa la scorsa. Mancano addetti fra i tavoli e in cucina, e il numero è pari ad almeno 140mila in tutta l'Italia. Sono trascorsi mesi dalla polemica accesa fra Alessandro Borghese e altri colleghi eccellenti che si lamentavano che la gente non si trova più, che vuole i fine settimana liberi e soprattutto paghe diverse, e appunto la gente. Quelli che si sono stancati di fare turni disumani, senza orari e per paghe da fame nella ristorazione. Qualcuno ha deciso di darci un taglio, come il clamoroso caso del Noma, il ristorante stellato numero uno al mondo che ha detto che questa formula non funziona più, fra costi insostenibili e lo sfruttamento di precari che arrivano a lavorare gratis. Ma c'è chi va in controtendenza, scavalcando lagne e lamentele e mettendoci del suo. E' il caso di Raffaele Alajmo e del suo noto marchio di ristorazione.
Un nuovo accordo che stabilisce un precedente
Gruppo di ristorazione di alto livello con locali a Padova, Venezia, Parigi e Marrakech, Alajmo ha risposto polemicamente alle parole di Redzepi, chef e creatore del Noma: "Non condividiamo queste dichiarazioni, dei nostri 14 ristoranti gli stellati sono quelli che rendono di più". Il che porta al punto successivo: pagare in modo degno chi ci lavora, non spremere e sfinire le persone, badare alla qualità della vita dei dipendenti e delle loro famiglie. Il nuovo accordo siglato fra le parti mette al centro tutto questo. Nel contratto integativo c'è un premio di 3000 euro (2850 netti) al raggiungimento di un dato obiettivo, a cui si aggiunge una maggiorazione del 30% con le voci di welfare.
Riqualificare e premiare: la cucina-massacro è finita
Non è ancora tutto. Nel nuovo accordo, frutto di un lungo lavoro condiviso tra l'azienda della ristorazione Alajmo e i sindacati, ci sono anche la formazione gratuita all’Alajmo Academy, la possibilità di qualificarsi ulteriormente e fare carriera, viaggiando fra i diversi punti vendita nei vari Paesi. Sono stati migliorati il Tfr, i giorni di congedo per malattia dei figli, la cessione di ferie e permessi ad altri membri dello staff. Rivisti anche gli orari e i turni di lavoro, proprio partendo dalla diminuzione dell'attività e dalle limitazioni di movimento del personale durante il biennio di pandemia. Alcune cucine sono chiuse due giorni e mezzo alla settimana, altre uno su due.