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Nestlé gigante ferito: i 16mila posti tagliati e lo scandalo sentimentale dell'amministratore licenziato

La più grande multinazionale alimentare del mondo è ad un bivio: difficoltà e controversie portano a decisioni drastiche. Qui i motivi e le misure

di FoodCulture   
Il celebre logo della Nestlé (foto Ansa)
Il celebre logo della Nestlé (foto Ansa)

Dal primo alimento per neonati intolleranti, nel 1860, in Svizzera, a più grande gruppo alimentare multinazionale del mondo. Questo in brevissimo spazio è Nestlé. Un colosso, con difficoltà crescenti negli ultimi tempi. Tanto che ha larga risonanza la notizia degli imminenti 16mila licenziamenti (spalmati in due anni) su 277mila dipendenti del grande marchio. I conti non sono a posto e l'azienda ha urgenza di risparmiare l'equivalente di 3,2 miliardi di euro. Cifra maggiorata rispetto ai primi tagli annunciati, che si fermavano a un risparmio di 2,5 miliardi. 

Se Mr Nespresso deve risolvere problemi urgenti

Incaricato di traghettare la multinazionale dal cuore svizzero oltre questo momento fra i più difficili della sua storia, è Philipp Navratil, ovvero Mr Nespresso, dato che il manager è a capo della divisione del caffè con cialde della multinazionale da 20 anni. Avrà due sfide impegnative di fronte a sé: sostituire il precedente amministratore delegato Laurent Freixe, reo di aver intrecciato una relazione con una dipendente, violando così il codice di condotta aziendale. E portare avanti nel migliore il piano già tracciato dallo stesso Freixe per risanare i conti di Nestlé: quindi più investimenti pubblicitari e il taglio di tutto quel che è superfluo, dal'eccesso di dipendenti alla chiusura di strutture e stabilimenti che non rispondono con adeguati ricavi ai costi sopportati.

Dal farmacista Henri a "piovra" pigliatutto

E' una storia di continui alti e bassi, quella del colosso alimentare Nestlé. Fondato a Vevey in Svizzera dopo l'intuizione del cibo per neonati intolleranti del farmacista Henri Nestlé nel 1866, subito dopo fusa con la Anglo-Swiss Condensed Milk Company con grande fortuna del latte condensato venduto in tutto il mondo per poi ampliarsi nella produzione di cioccolato. La crisi industriale seguente alla fine della Seconda guerra mondiale, con crollo dei fatturati, fu risanata introducento sul mercato mondiale il Nescafé, il caffé solubile già usato dai militari americani durantre la guerra. Poi una serie enorme di acquisizioni (fra le tante, Maggi, Findus, Carnation, Buitoni, Italgel con i marchi di gelati Motta e Antica gelateria del corso) per poi cedere a Ferrero numerosi marchi del suo settore dolciario. La diversificazione nel corso degli anni ha portato agli accordi di partnership con L'Oreal e all'acquisto della divisione alimentare di Pfizer. Un po' di cifre che portano alla decisione dei tagli alla Nestlé: il bilancio del 2024 si è chiuso con un calo dell'1,8% rispetto al 2023 (che aveva registrato un calo del 2,3%). Il fatturato globale è pari a 97,24 miliardi di euro, con un utile stimato in 11,60 miliardi di euro. I costi di produzione e reperimento della materia prima sono aumentati negli ultimi anni, così Nestlé ha scelto di concentrarsi in futuro sui settori di premium, caffè e cioccolato, e di ammodernare gli impianti con nuove tecnologie e maggiore apporto di automazione

Leggi anche: Denunce dai dipendenti, conti in rosso e ristoranti che chiudono. Sempre più ombre su Salt Bae

di FoodCulture   
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