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"Sei il peggio possibile": perché tutti odiano chef Ruffi ma le sue ricette sono già un fenomeno. E ora apre a Milano

Parla di "cucinazione" e "impiattazione", usa dado, glutammato e ingredienti economici. E' supertrash ma ha un successo enorme fra critiche feroci

Cristiano Sanna Martinidi Cristiano Sanna Martini   
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Se fosse un punk o un metallaro l'effetto delle sue ricette sarebbe l'equivalente di un calcione dato in piena faccia con i Doc Martens. Ma siccome siamo in cucina, i suoi video volano sulle piattaforme social e vincono per coinvolgimento degli utenti e visibilità su qualsiasi Bastianich, Bottura o Cannavacciuolo di passaggio. Perché chef Ruffi viola delibratamente tutte le regole della cucina gourmet mentre si atteggia a maestro di cucina, le sue invenzioni sono super trash ma molto divertenti. E gli errori anche nel parlare, a cominciare dall'impiattazione al posto dell'impiattamento, detto con accento campano, volto coperto e guanti blu da infermiere o addetto alle pulizie, fanno molto ridere. Le ricette sono perlomeno curiose e i video fanno il pieno di visualizzazioni. Perché lui è "il più odiato perché il più bravo" ma anche "il peggiore d'Italia ma lo dicono gli invidiosi".

Sette anni di un fenomeno

La notizia delle ultime ore è che chef Ruffi si prepara ad aprire un locale a Milano e a svelare il suo volto. E che sarebbe contento di avere nel suo locale tipini senza mezze misure come Morgan e Kim Jong-un. In ogni caso, prima di tutto i ricchi e che ti fanno fare i soldi facilmente. Quindi: nobili arabi, manager emiratini, russi miliardari. Fra i suoi video che più incuriosiscono e fanno ridere, quello della carbonara in bicchiere ma col bicchiere al contrario e il piede del calice usato come formaggera. Una tamarrata assoluta ma consapevole e filmata senza nessun timore di attirarsi odio e commenti feroci. "Tanto la carbonara la sanno fare tutti, anche i bambini" ha detto lui dando una mazzata a tutte le pose puriste e da fine dining

Te la dò io la "pastariella veloce": un'altra videoricetta di Ruffi

Video

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"Adoro chi mi odia"

Ruffi lo ha ripetuto di recente anche al Corriere della Sera ma lo diceva già un video sì e l'altro pure: "Io adoro i miei hater". Sono la dimostrazione che la sua formula funziona, compreso esibire l'uso di dado e di glutammato, due "demoni" della cucina che moltissimi usano ma pochi si sognano di dichiarare. Gli hater lo ricambiano: "Sei il peggio che c'è", "Marcisci in galera". Lui va avanti e sa che non svelare il suo volto, di dove sia, che maestri di cucina abbia avuto sono finora i suoi punti di forza. Per questo l'apertura di un locale sarà il momento della verità. Diventerà molto più realistico l'impatto con i clienti e non ci sarà più la distanza di sicurezza, che fa anche da amplificatore, garantita dal successo social. Nel mentre le sue ricette orride e curiose vanno col turbo: centinaia di migliaia di visualizzazioni per la cacio, pepe e tiramisù. L'idea, a suo dire, è dimostrare che si possono fare piatti gustosi con ingredienti economici e in poco tempo. Come dicevamo, un calcione con lo scarpone blindato punk al viso della haute cuisine. Sempre che non sia tutta una colossale presa in giro.

Leggi anche: "Perché mi hanno fatto questo?". Chi ha cacciato Raspelli, re dei critici gastronomici

 

 

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