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Salt Bae apre a Milano fra le polemiche: pose da Padrino e tarantella nel video di lancio del ristorante

Il macellaio-imprenditore documenta la firma che avvia il locale e lo fa con i peggiori stereotipi sull'Italia. Grossolano? No, furbo. Molto furbo

di Tiscali FoodCulture   
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Eccolo in Italia, il macellaio-ristoratore più scenoso e criticato del mondo. Lo prometteva da tempo, Salt Bae ed ora il suo approdo a Milano è realtà. E siccome non ha mezze misure, l'uomo che danza fra i tavoli facendosi scorrere il sale dall'avambraccio alla carne sevita agli ospiti Vip (la sua griffe), quello che si fa fotografare con la corona in mezzo a tagli di macelleria, quello della t-bone dorata servita a oltre mille euro, ha cominciato col botto. Cioè da una gaffe, scambiando Nord per Sud e ripescando un immaginario pizza-spaghetti-tarantella e mafia che sta già dando fastidio a molti.

La festa di nozze del Padrino ripresa da Salt Bae

L'apertura milanese di Salt Bae è stata documentata da lui stesso sul suo profilo Instagram, dove ha sfondato il milione di follower. Dove si vede la firma del contratto fra Nusret Gökçe, questo il suo vero nome, e l'immobiliarista Giuseppe Statuto, che ha trovato a Bae dove aprire, cioè all'interno del prestigioso Hotel Casa Brera già gestito dal gruppo di albergatori di fama mondiale Marriott. A ritmare il tutto, con l'immagine finale di Salt Bae che esce dal quello che sarà il suo nuovo locale, la steakhouse milanese, la tarantella di C'è la luna 'n menzu o mari, brano popolare del Sud Italia che nel mitico Padrino di Coppola viene cantata con pesanti allusioni sessuali dalla signora Corleone e un altro ospite alla festa di nozze (sfortunate) della figlia Connie.

Leggi anche: "Ero poverissimo, ora voglio tutto": chi è davvero Salt Bae

L'importante è provocare e prendersi gli Oscar

Beninteso, quel brano fa parte del ricco patrimonio folk del Sud e non è un canto tipico dei mafiosi, e lo specifichiamo subito. Ma in generale, la promo social dell'apertura del nuovo ristorante di Salt Bae specializzato in costosissime carni pesca in modo grossolano nell'immaginario da italietta para-mafiosa e stereotipata che già dobbiamo soffrire dagli americani ogni volta che puntano telecamere e set dalle nostre parti. Perché farlo? Per riesumare un immaginario da boss (la firma a tavola, l'abito nero, i capelli impomatati), per provocare e prendersi i reel di TikTok e Instagram, dove il remix di C'è la luna 'n menzu o mari è diventato un tormentone. Vedremo come reagiranno all'apertura annunciata degli altri suoi due ristoranti, a Roma e Napoli. 

Leggi anche: 160 mila euro di conto da Salt Bae. Pieraccioni: "Ho controllato cosa c'è, ora vi dico". Video

di Tiscali FoodCulture   
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